Centinaia di vittime non ancora identificate I numeri del conflitto
Tredicesimo giorno dall’inizio della guerra scatenata da Hamas contro Israele. Aggressione che ha causato oltre 1400 vittime e 3600 feriti.
Secondo la polizia israeliana, finora sono stati identificati 742 civili assassinati. Il lavoro di identificazione è stato condotto dalla polizia, dall’esercito e dai volontari dell’organizzazione di pronto intervento Zaka. Finora sono stati sepolti 645 israeliani uccisi.
Nella Striscia di Gaza il gruppo terroristico tiene in ostaggio 203 persone. Un numero aggiornato nelle scorse ore dal portavoce dell’esercito Daniel Hagari. “Non è definitivo”, ha spiegato ai media Hagari. L’esercito sta compiendo operazioni a Gaza per raccogliere ulteriori informazioni sulle condizioni dei rapiti. Sono in corso perlustrazioni nell’area di confine per cercare corpi di israeliani dispersi. Alcuni sono stati localizzati, ma molte salme sono ancora in attesa di essere identificate. Hagari ha poi parlato del rischio che vi siano ancora terroristi di Hamas in territorio israeliano. “Il compito di bonificare l’area non è ancora finito”, ha spiegato.
Mentre continua il lancio di razzi da parte dei terroristi palestinesi – 7300 quelli sparati contro Israele da inizio conflitto -, l’esercito si prepara a una grande operazione via terra nella Striscia. In risposta all’aggressione Israele ha avviato l’Operazione Spade di Ferro, colpendo in dodici giorni circa 800 obiettivi di Hamas e della Jihad islamica, tra cui depositi di armi, infrastrutture operative e basi per il lancio di razzi. “Per ottenere risultati è necessaria la pazienza”, hanno avvertito alcuni ufficiali militari, parlando in forma anonima con il sito ynet. L’obiettivo è arrivare “a un cambiamento fondamentale della capacità di Hamas di governare e delle sue capacità militari. – rileva ynet – Questo non significa che in futuro non ci saranno più terroristi, ma che saranno colpiti così duramente che i risultati risuoneranno in tutto il Medio Oriente e restituiranno a Israele la deterrenza persa il 7 ottobre”.
Continuano a suonare le sirene nel nord d’Israele dove Hezbollah ha lanciato diversi attacchi in queste ore. Sono almeno venti i missili sparati dal gruppo terroristico libanese contro lo stato ebraico. L’esercito israeliano ha risposto, bombardando le basi di lancio di Hezbollah.