GUERRA – Un altro caduto mentre il Qatar media sugli ostaggi

Lo scorso 7 ottobre il sergente della Brigata Nahal, Shoam Moshe Ben-Harush, 20 anni, era di servizio presso l’avamposto vicino al kibbutz Kerem Shalom, nel sud d’Israele, a pochi metri dal confine con Gaza. Assieme ai suoi commilitoni Beh Harush ha combattuto contro decine di terroristi di Hamas infiltratisi all’alba di quel sabato nero. “Shoam l’eroe e i suoi amici hanno fermato circa 40 terroristi con i loro corpi”, ha raccontato ai media israeliani un suo amico. Ferito gravemente nella battaglia, il giovane sergente era stato portato d’urgenza in ospedale. Venti giorni dopo i medici ne hanno dichiarato la morte. Una nuova vittima di Hamas, che nel sabato nero d’Israele di tre settimane fa ha ucciso 1400 persone. Sono invece 233 quelle rapite e imprigionati a Gaza. Cinque in più rispetto a quello annunciato ieri, ma l’esercito ha fatto sapere che il numero potrebbe ancora cambiare. Tra gli ostaggi ci sono anche 30 minori, di cui il governo israeliano ha pubblicato volti e storie. Continuano le manifestazioni in tutto il mondo per chiederne l’immediata liberazione. Dei negoziati è parte l’emirato del Qatar, tra i principali finanziatori di Hamas. Il suo ambasciatore negli Usa, Meshal bin Hamad al Thani, ha parlato nelle scorse ore con Avichai Brodetz, la cui moglie e tre figli sono in ostaggio a Gaza. Brodetz, che non ha un ruolo formale ma è tra i più attivi nella protesta contro il governo per la sua gestione del problema degli ostaggi, ha ringraziato il diplomatico, scrivono i media israeliani, per gli sforzi del Qatar e ha chiesto di liberare il prima possibile almeno i trenta bambini nelle mani di Hamas. Secondo l’emittente pubblica Kan, Gerusalemme avrebbe informato i mediatori di Doha di essere disponibile a fare alcune concessioni su Gaza in cambio del rilascio di un numero significativo di ostaggi. Nessun altro dettaglio è stato reso noto. Hamas pubblicamente ha chiesto l’ingresso di carburante nella Striscia, il rilascio di suoi uomini dalle carceri israeliane e un cessate il fuoco.
Il gruppo del terrore nel frattempo continua ad attaccare Israele con i suoi missili. Oltre 8.000 mila quelli sparati dall’inizio del conflitto. A poche ore dallo shabbat, l’area di Tel Aviv è stata investita da diversi razzi. Uno ha colpito un edificio, ferendo tre persone.
Sul versante militare, l’esercito israeliano sta proseguendo nella sua azione per decapitare Hamas. Nelle ultime 24 ore, quattro suoi leader sono stati uccisi. Il movimento ha la sua principale base operativa sotto l’ospedale Shifa di Gaza City, ha spiegato in queste ore il portavoce militare Daniel Hagari. “Abbiamo prove concrete che centinaia di terroristi si sono riversati nell’ospedale per nascondersi dopo i massacri del 7 ottobre”, ha dichiarato Hagari. Lo Shifa è il più grande ospedale di Gaza e sotto, secondo le informazioni dell’esercito, c’è una rete di tunnel che porta alla base sotterranea di Hamas. Uno dei cunicoli sboccherebbe all’interno di uno dei reparti. L’energia utilizzata dall’ospedale inoltre sarebbe usata anche da Hamas per la sua base. Hagari ha denunciato il gruppo terroristico di usare l’infrastruttura civile, dove lavorano e sono curate migliaia di persone, come uno scudo umano.
Nella notte c’è stata una seconda incursione via terra nella Striscia di Gaza. Il blitz è stato condotto dalla fanteria, dal genio da combattimento e dalle forze corazzate, mentre i droni e gli elicotteri da combattimento dell’aviazione fornivano la copertura aerea. Obiettivi dell’operazione, i tunnel di Hamas, i suoi centri di comando, le postazioni di lancio dei razzi. L’incursione è stata circoscritta e di breve durata in attesa della grande operazione via terra annunciata dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Oggi il giornale Maariv ha pubblicato un sondaggio chiedendo agli intervistati se sono favorevoli o meno a un’offensiva di terra su larga scala a Gaza. Il 29% si è detto d’accordo; il 49% ha dichiarato che sarebbe meglio aspettare. Il 22% si è detto indeciso.
Sul fronte nord, il gruppo terroristico Hezbollah è tornato ad attaccare il territorio dello Stato ebraico. Missili anticarro sono stati sparati contro una posizione militare israeliana vicino ad Avivim e contro l’area di Misgav Am. Nessun soldato è stato ferito e i militari sul terreno stanno rispondendo agli attacchi.