CICLISMO – Alla soglia dei 39 Froome
non molla e punta al Tour

Quando nell’estate del 2020 fu ingaggiato dall’allora Israel Start-Up Nation, oggi Israel Premier Tech, il quattro volte vincitore del Tour de France Chris Froome promise mari e monti. Soprattutto che avrebbe provato a fare di tutto per conquistare almeno un altro Tour, il suo eventuale quinto in carriera, raggiungendo in vetta al palmares della “Grand Boucle” campioni del calibro di Eddy Merckx, Jacques Anquetil, Bernard Hinault e Miguel Indurain.
Da allora al povero Chris è andato tutto storto: il suo primo Tour (2021) con la maglia della giovane ma agguerrita squadra israeliana l’ha concluso al 133esimo posto, il suo secondo (2022) si è interrotto alla 18esima tappa per positività al Covid, il terzo neppure c’è stato perché – situazione per lui inedita – non è stato convocato. “Froome non vale quello che l’abbiamo pagato”, si è lamentato di recente Sylvan Adams, il filantropo alla guida della Israel Premier Tech che per averlo in squadra ha dato l’assenso a un contratto pluriennale e plurimilionario secondo soltanto a quello dello sloveno Tadej Pogacar, lui sì protagonista (e che protagonista!) sulle strade del Tour e delle principali corse a tappe.

Nelle scorse settimane la stampa di settore ha parlato di un possibile ritiro dell’atleta keniota naturalizzato britannico che compirà 39 anni a maggio. Ma la sua intenzione di proseguire almeno un’altra stagione sembra in realtà predominante rispetto all’ipotesi di appendere la bici al chiodo. L’immagine del possibile rilancio arriva da Chanukkah, la festa ebraica della luce. In una foto diffusa su Instagram dal diretto interessato si vede Chris che ieri sera accende i lumi della quinta sera, Sylvan alle sue spalle che osserva sorridente e compiaciuto. Che porti nuova “luce” a questo sodalizio un po’ appannatosi rispetto agli annunci trionfali di tre anni fa? “Chris è il miglior ciclista della sua generazione. Assieme a lui cercheremo di fare la storia e di farlo diventare, con nuovi successi, il più grande ciclista di tutti i tempi”, aveva proclamato raggiante Adams il giorno del suo ingaggio.

Froome non ha mai nascosto la sua ossessione per il Tour, la corsa più importante al mondo. “Il sogno di vincere il Tour de France è ancora lì, in qualche angolo della mia mente”, ha detto in un’intervista estiva. “È qualcosa di realistico, so che sarà incredibilmente difficile da raggiungere con i giovani della nuova generazione, ma sì, il sogno è ancora presente. Fino al momento in cui mi ritirerò sarà sempre lì, è quello il fuoco che mi brucia dentro”. Negli ultimi giorni ha un po’ ridimensionato le aspettative, scegliendo un profilo più basso. “Vincere una tappa o ritrovarmi in una fuga che arriva al traguardo sarebbe una magia”, ha commentato. Ma l’ossessione è sempre lì, un fuoco vivo che arde e che ritarda ogni eventuale progetto da “pensionato” (come quello di dedicarsi a una scuola per giovani ciclisti nel suo Kenya).

Sarà un Tour de France speciale quello del 2024, con avvio previsto dal piazzale Michelangelo a Firenze e successive tappe a Rimini, Bologna e Torino. Per gli appassionati italiani di ciclismo, ça va sans dire, che potranno godere di un’opportunità unica. E per la stessa squadra israeliana, visto che la Grande Partenza si terrà nel nome di Gino Bartali campione sui pedali e nella vita per l’aiuto offerto agli ebrei perseguitati dal nazifascismo. Nel nome del grande “Ginettaccio” si svolse già la partenza del Giro d’Italia del 2018 da Gerusalemme, patrocinata dallo stesso Adams, che si spese anche per fargli avere la cittadinanza onoraria israeliana alla memoria: una cerimonia emozionante in continuità con il titolo di “Giusto tra le Nazioni” conferitogli nel 2013 dallo Yad Vashem per le sue azioni eroiche. La Israel Premier Tech ci sarà anche a Firenze, grazie a una wild card per i buoni risultati ottenuti nel 2023. Se Froome sarà della partita sarà solo il tempo a dirlo. Chissà che Chanukkah non riaccenda anche per lui un po’ di speranza…