ISRAELE – Addio a Salim Joubran, primo arabo alla Corte Suprema
Nel 2003 Salim Joubran è entrato nella storia d’Israele, diventando il primo giudice arabo della Corte Suprema. Cristiano cresciuto nel nord del paese, Joubran è andato in pensione nel 2017, dopo aver ricoperto la carica di vicepresidente della Corte. Voce rappresentativa della minoranza araba, criticato e apprezzato dalla politica, il giudice è scomparso oggi a 76 anni. “Dal più alto scranno della giustizia israeliana, ha portato avanti il suo impegno per la nostra democrazia, lavorando con professionalità, responsabilità ed equilibrio”, ha ricordato il presidente d’Israele, Isaac Herzog. “Sarà ricordato nella storia della giustizia israeliana come un uomo poliedrico, attento al rispetto degli altri e rappresentante di una linea di valori ragionata e sensibile”, ha concluso il presidente.
Dopo aver prestato servizio per undici anni come giudice del Tribunale di Haifa e per dieci come togato della Corte distrettuale della città, Joubran è stato nominato nel 2003 giudice ad interim della Corte Suprema. Nel maggio 2004, l’incarico è diventato permanente, fino al pensionamento. “Era un buon amico e un fratello minore per me”, ha raccontato alla radio israeliana, Aharon Barak, ex presidente della Corte Suprema. “Salim aveva una doppia missione: Fare giustizia ed essere un ponte tra gli arabi e gli ebrei di questo paese. Teneva in equilibrio la sua identità araba con quella di giudice”.
Quando nel 2017 lasciò l’incarico, Joubran definì la sua nomina “un punto di svolta molto importante agli occhi della popolazione araba in Israele”, esprimendo la speranza di vedere due giudici arabi prestare servizio in contemporanea. Attualmente a rappresentare il settore arabo è il giudice Khaled Kabub.
In diverse sentenze si è trovato in minoranza. Ad esempio nel 2015 quando votò, unico sui nove giudici del collegio, contro l’innalzamento della soglia di sbarramento elettorale. Riteneva infatti la norma discriminatoria perché costringeva in particolare i partiti arabi, fino a quel momento divisi, a unirsi per poter avere i numeri per entrare alla Knesset. Joubran temeva una danno nella rappresentanza elettorale della minoranza araba, ma alle elezioni la Lista araba unita ottenne il terzo posto tra i partiti eletti in Parlamento.
Nel 2012 il giudice fu coinvolto in una polemica politica. Durante la cerimonia di giuramento dei nuovi giudici della Corte Suprema si alzò in piedi durante l’inno israeliano, l’Hatikva, ma decise di non cantarlo. Diversi parlamentari di destra, in particolare del partito Israel Beitenu, contestarono Joubral, chiedendone le dimissioni. A sostenerlo, oltre ai suoi colleghi, fu anche il primo ministro Benjamin Netanyahu. Il premier disse di aver apprezzato il gesto del magistrato di alzarsi e rimanere in piedi durante l’inno, e di non poter pretendere che un cittadino arabo-israeliano canti delle parole in cui non si riconosce. Il riferimento era in particolare al passaggio dell’Hatikva sull’anima ebraica: “Finché dentro il cuore, l’anima ebraica anela e verso l’oriente lontano, un occhio guarda a Sion”.
Joubral è stato anche tra i più critici della Legge fondamentale sullo Stato-nazione votata nel 2018 dal governo Netanyahu. La norma modificò il riconoscimento dell’arabo, trasformandolo da lingua “ufficiale” a “speciale”. Un cambiò che fu percepito come un declassamento. “Mi sento un cittadino di seconda classe” disse Joubran, intervenendo a un convegno organizzato a Roma nel 2018 dall’International Association of Jewish Lawyers and Jurists. “E non è solo questa legge a dirlo, lo confermano i numeri. Solo l’otto per cento dei dipendenti governativi è arabo. Solo il sei per cento svolge l’incarico di giudice. Eppure siamo il 21 per cento della popolazione totale”, dichiarò Joubran all’epoca. Nel corso del convegno, il giudice sottolineò di essere contento di essere cresciuto “in una città multiculturale come Haifa”, ma aggiunse che per un futuro di reale integrazione in Israele “serviranno maggior rispetto, tolleranza, empatia”.