MEDIO ORIENTE – Hamas applaude il non veto degli USA
Nelle ultime 48 ore Hamas ha respinto l’ultima proposta Usa per un possibile accordo su ostaggi e tregua a Gaza, ha celebrato il voto del Consiglio di sicurezza Onu per un cessate il fuoco e ha inviato il suo leader all’estero, Ismail Hanyeh, a Teheran. Ora i negoziati indiretti con Israele, dopo l’ottimismo espresso da alcuni funzionari americani, sono di nuovo in stallo. E per Gerusalemme la responsabilità è anche di Washington. «Non sorprende che Hamas abbia deciso di rifiutare l’ultima proposta avanzata dagli americani. Perché non dovrebbero farlo?», ha dichiarato a Bloomberg TV, il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer. «Ora pensano di poter ottenere un cessate il fuoco senza dover rinunciare agli ostaggi. Del resto è quello che sostiene la risoluzione Onu», ha accusato il ministro, consigliere di fiducia del premier Benjamin Netanyahu. Dermer sarebbe dovuto andare negli Stati Uniti per parlare con gli alleati del piano militare su Rafah. Ma l’incontro è stato cancellato da Netanyahu in risposta alla decisione dell’amministrazione Biden di non porre il veto sulla mozione del Consiglio di sicurezza Onu. Nel testo approvato in seno alle Nazioni Unite si chiede il cessate il fuoco a Gaza, senza però condizionarlo alla liberazione dei 136 ostaggi in mano a Hamas da 172 giorni. Gli Stati Uniti sono sempre stati contrari a una tregua incondizionata, ha sottolineato Dermer. E il non aver posto il veto sulla mozione, ha aggiunto, rappresenta un cambio di orientamento preoccupante. Per il premier Netanyahu la diretta conseguenza di quanto accaduto alle Nazioni Unite è stato il successivo passo indietro nei negoziati da parte di Hamas. È «una triste testimonianza del danno causato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU», ha commentato l’ufficio di Netanyahu.
I negoziati indiretti tra le parti sono ancora in corso in Qatar. La situazione però è di nuovo in stallo, anche se la delegazione di Gerusalemme non è andata via. Almeno non tutta. Alcuni funzionari sono rimasti. Secondo una fonte del quotidiano Maariv, «l’accordo non è crollato». Per andare avanti però Hamas deve abbandonare le sue «richieste deliranti», ha ribadito Netanyahu. Intanto il suo ufficio ha condannato il report pubblicato dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite, l’italiana Francesca Albanese, in cui si accusa esplicitamente Israele di compiere un genocidio a Gaza. «Invece di cercare la verità, questa relatrice speciale cerca di adattare argomenti deboli alla sua distorta e oscena inversione della realtà», ha replicato la missione diplomatica israeliana a Ginevra, ricordando come la guerra a Gaza sia contro Hamas e non contro i civili palestinesi.