ISRAELE – Leva obbligatoria per i haredim, il governo Netanyahu a rischio

Il tempo per la maggioranza del premier Benjamin Netanyahu sta scadendo. Entro il 31 marzo la sua coalizione deve trovare una soluzione a una delle questioni più dibattute d’Israele: l’esenzione degli studenti delle scuole religiose (yeshivot) dalla leva obbligatoria. Senza una soluzione, potrebbe aprirsi una crisi di governo. Per un esecutivo guidato da Netanyahu, non sarebbe la prima volta.
I tempi sono strettissimi. Dalla mezzanotte di domenica scadrà il provvedimento governativo che permette a migliaia di haredi (tradotto in italiano con ultraortodosso, ma la parola in ebraico significa “timorato”) di non servire nell’esercito. Era stato votato nel giugno 2023 con l’impegno di approvare una legislazione per stabilizzare la questione. A chiederlo da tempo è la Corte suprema d’Israele. Nel 2017 i giudici hanno bocciato una norma della Knesset sull’esenzione dei haredi dalla leva perché ritenuta una violazione del principio di uguaglianza (per gli altri ebrei israeliani vige la coscrizione obbligatori). Dopo sei anni e mezzo, la Knesset non ha approvato una legge e ora la Corte non sembra intenzionata a concedere altre proroghe. Nel frattempo ha ordinato di bloccare temporaneamente i fondi governativi agli studenti ebrei delle yeshivot che non fanno il servizio militare. Questi fondi, spiegano i giudici, erano agganciati al provvedimento normativo votato nel giugno 2023. Quest’ultimo scade domenica, quindi dal 1 aprile le sovvenzioni non hanno copertura e devono essere bloccate. In teoria dal 1 tutti gli studenti finora esentati potrebbero essere richiamati, ma la maggioranza sta lavorando per trovare un’alternativa.
«La questione dell’equa ripartizione degli oneri è di estrema importanza per la società israeliana e per il suo futuro. L’intenzione del governo è di risolvere questa complessa questione, rimasta irrisolta per decenni», ha dichiarato Netanyahu. Ma, ha aggiunto, non c’è stato il tempo per farlo a causa del 7 ottobre e del conflitto scoppiato dopo le stragi di Hamas.
Per il premier è importante trovare presto un punto di equilibrio perché i due partiti haredi della sua coalizione – Shas e Yahadut HaTora – hanno già annunciato: senza una legge che ripristini esenzioni e finanziamenti, togliamo il sostegno al governo. E senza di loro cadrebbe la maggioranza guidata da Netanyahu. Sul fronte opposto Benny Gantz, entrato nel governo di unità nazionale costituitosi dopo il 7 ottobre, ha minacciato di uscirne se dovesse essere approvata una legge che permette una esenzione generalizzata. «Il problema non è la Corte suprema, ma il nostro bisogno di soldati in una guerra difficile, e il bisogno della nostra società che tutti partecipino al privilegio di servire il paese», ha sostenuto Gantz.