ROMA – Molinari: nelle università c’è chi rilancia il seme dell’odio

Nel suo ultimo libro Mediterraneo conteso (ed. Rizzoli), Maurizio Molinari spiega come un Mare nostrum allargato «che da Gibilterra arriva fino al Mar Nero, che dal cuore dell’Europa tocca a sud il Golfo di Guinea e più a est il Medio Oriente» sia oggi il centro di molte sfide e conflitti. Una dinamica complessa in cui si inserisce anche il conflitto in corso tra lo Stato d’Israele e i terroristi di Hamas.
Il direttore di Repubblica ne ha parlato al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma, in un dialogo-intervista con il presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Luca Spizzichino. L’incontro si è aperto con una riflessione sulla contestazione di cui Molinari è stato vittima all’Università Federico II di Napoli sotto lo slogan «Fuori i sionisti dall’Università», un episodio di intolleranza stigmatizzato  anche dal Quirinale.
Negli atenei italiani «c’è stata in questi anni una grande mobilitazione per i diritti, prima per i curdi, poi per le donne iraniane» ha ricostruito Molinari. «Sulla scia del conflitto in Medio Oriente, si sta ora manifestando una grande solidarietà per i diritti palestinesi; il cortocircuito è che il movimento di solidarietà, che riprende la declinazione originaria degli accordo di Oslo, è contagiato dal seme dell’intolleranza che proviene da Hamas». Molinari non si è detto sorpreso di ciò, perché «è una caratteristica di tutti i movimenti di rivendicazione avere uno zoccolo duro d’intolleranza». Vale su tutti l’esempio del mondo che orbitava attorno a Martin Luther King: «Mentre lui voleva la convivenza, all’interno del movimento c’è stato chi ha detto: uccidiamo i bianchi, colpiamo la polizia; e così sono nate le Pantere Nere». C’è dunque da stare attenti anche oggi, «perché Hamas sta gettando il seme dell’odio ed è facile rilanciarlo; d’altronde, nel corso della storia, le bugie hanno sempre nutrito l’antisemitismo».