ISRAELE – L’Onu di nuovo contro Gerusalemme
A Roma chiusa l’ambasciata per timore di attentati

Un grave errore causato da «un’identificazione sbagliata, sbagli nelle decisioni e un attacco contrario a standard operativi». Chi ha approvato il raid «pensava di colpire Hamas» e non certo «il personale di World Central Kitchen». Sono le conclusioni dell’indagine avviata dall’esercito israeliano dopo la morte dei sette operatori umanitari a Gaza. Analizzati i risultati, il capo delle forze armate Herzi Halevi ha deciso la rimozione di due alti ufficiali e l’ammonimento formale di altri esponenti di spicco dell’esercito per un incidente «che poteva essere evitato».
Con 28 voti a favore, 13 astenuti e sei contrari, il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha intanto adottato una risoluzione che chiede che Israele sia ritenuto responsabile di «eventuali crimini di guerra» e «crimini contro l’umanità». I sei paesi contrari sono Stati Uniti d’America, Germania, Bulgaria, Argentina, Paraguay e Malawi, mentre tra gli astenuti figurano Francia, India e Giappone. A favore il Sud Africa, che contro Israele ha intentato di recente una causa per “genocidio” all’Aja. E due nazioni arabe, Emirati Arabi Uniti e Marocco, che a partire dal 2020 hanno “normalizzato” le relazioni diplomatiche con Gerusalemme nel solco degli Accordi di Abramo. L’ambasciatrice israeliana Meirav Eilon Shahar, nell’abbandonare l’aula per protesta, ha definito la risoluzione «una macchia per il Consiglio dei Diritti Umani e per l’Onu nel suo insieme», anche per la non menzione «né di Hamas né dei crimini del 7 ottobre».
Allarme internazionale per possibili attacchi terroristici iraniani dopo l’uccisione a Damasco del generale Mohamad Reza Zahedi. Per precauzione varie rappresentanze diplomatiche dello Stato ebraico sono oggi chiuse. Tra cui, come riferiscono vari organi di informazione, l’ambasciata a Roma.