7 OTTOBRE – Luci a Livorno, bandiere a Verona: solidarietà per sfollati e rapiti

Nelle mani di Hamas ci sono ancora 14 donne. La sezione locale dell’Associazione donne ebree d’Italia (Adei Wizo) ha mostrato ieri i loro volti, volti associati a nomi, nella sinagoga di Livorno. Un atto di solidarietà, ma anche un monito contro l’indifferenza. «A sei mesi dal 7 ottobre volevamo lanciare un segnale forte, anche perché l’otto marzo il mondo sembra essersi dimenticato di loro», sottolinea la presidente dell’Adei Wizo livornese Carla Guastalla, intervenuta insieme ai rappresentanti della Comunità ebraica, dell’amicizia ebraico-cristiana e dell’associazione Italia-Israele.
La Wizo è in campo con numerosi progetti, ha ricordato Guastalla. In particolare con due campagne, “I am not ok” e “Io ritorno a Sderot”, focalizzate sull’aiuto psicologico necessario dopo i traumatizzanti eventi di ottobre. «È importante che anche dall’Italia arrivi un contributo significativo, perché la Wizo opera con risultati concreti sul campo», ha detto la presidente dell’Adei livornese. Tra i momenti più coinvolgenti della cerimonia l’accensione della Chanukkiah, il candelabro della festa ebraica della luce. «È una tradizione specificamente livornese, legata ai momenti di raccoglimento in cui ci si stringe attorno a delle questioni rilevanti», racconta Guastalla. «È nata ai tempi in cui rabbino di Livorno era Isidoro Kahn (1934-2004), diventando negli anni una consuetudine. Accendiamo la Chanukkiah a prescindere dal calendario, anche in primavera come adesso».
In molte città e comunità italiane, a sei mesi dal pogrom, sono state organizzate iniziative dedicate al 7 ottobre. A Verona molte persone si sono date appuntamento in piazza dei Signori, raccogliendo l’invito dell’associazione Setteottobre contro “la disfatta della ragione” nel racconto di Israele e del conflitto in Medio Oriente. «Quanto è accaduto in questi mesi sta cambiando il mondo e la percezione che abbiamo di noi stessi come civiltà», ha detto in apertura di presidio Georgia Gaida, una delle promotrici dell’evento. «Ora davvero ci sembra di vivere in un mondo capovolto dove i valori e i punti di riferimento etici e morali che abbiamo lentamente ricostruito dalle ceneri della seconda guerra mondiale sembrano non avere più la stessa importanza, dove il senso delle parole viene stravolto a piacere».