ISRAELE – Massima allerta, Iran pianifica insurrezione Cisgiordania

L’Iran sta cercando di inondare la Cisgiordania di armi. Vuole trasformare l’area in un nuovo fronte aperto per Israele, trascinando tutti i palestinesi in guerra. Un progetto avviato prima del 7 ottobre, ma intensificatosi nei mesi successivi alle stragi compiute da Hamas e con l’inizio del conflitto a Gaza. A raccontarlo, un’inchiesta del New York Times. Al quotidiano americano fonti dei servizi Usa, di Israele e dello stesso Iran hanno spiegato il piano di Teheran. Il regime da due anni ha messo in piedi una rotta di contrabbando che attraversa tutto il Medio Oriente. Iraq, Siria, Libano, Giordania e persino Israele sono le vie coinvolte in questa operazione clandestina. Dell’arsenale fanno parte soprattuto pistole e fucili, dicono le fonti del New York Times, ma sono stati trasportati anche missili anticarro e granate. Per mettere in mano il tutto alle cellule del terrore palestinese in Cisgiordania, sono stati coinvolti agenti dei servizi segreti di diversi paesi, miliziani di gruppi terroristici e bande criminali. Lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna d’Israele, è da tempo sulle tracce di questa rete e il mese scorso ha reso noto di aver sventato alcuni tentativi di contrabbando.
Due, spiega il New York Tims, sono le rotte usate dall’Iran. Una tocca parte dalla Siria, passa dalla Giordania per poi arrivare in Cisgiordania. A portarle a destinazione sarebbe una rete in cui sono stati arruolati contrabbandieri beduini e arabo-israeliani.
Il secondo percorso passa sempre dalla Siria per poi andare in Libano, entrare nel nord d’Israele e infine arrivare in Cisgiordania, grazie al coinvolgimento di alcune bande criminali.
La preoccupazione, riporta l’emittente Kan, è che ora il piano del regime iraniano passi a un’altra fase. Teheran ha promesso di vendicarsi d’Israele per la recente eliminazione di un suo uomo in Siria. Si chiamava Mohammad Reza Zahedi ed era un alto comandate delle Guardie della rivoluzione. È stato eliminato mentre si trovava a Damasco. Il regime iraniano ha annunciato ritorsioni e potrebbe usare uno dei gruppi terroristici che sostiene nell’area: Hamas, Jihad Islamica o Hezbollah. Oppure cercare di risvegliare le cellule in Cisgiordania e aprire così un nuovo terreno di scontro per Gerusalemme. L’allerta, ha reso noto Tsahal, è massima e le autorità israeliane si stanno preparando a diversi scenari possibili.
Sul terreno invece dei negoziati con Hamas per la liberazione degli ostaggi, il gabinetto di guerra si riunirà in serata per esaminare alcune proposte e strategie. Dal versante opposto però non arrivano aperture. I terroristi palestinesi hanno dichiarato di aver ricevuto l’ultimo piano dagli intermediari del Qatar e dell’Egitto, ma lo hanno descritto come “intransigente”. Per Hamas nell’accordo dovrebbe rientrare la garanzia che Israele non entri a Rafah. Ma il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che l’operazione nel sud di Gaza non solo avverrà, ma c’è già una data per il suo inizio. Annuncio arrivato anche in risposta alle minacce provenienti dagli alleati di estrema destra di Netanyahu. Il suo ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha minacciato di far cadere il governo se non ci sarà un’azione a Rafah.