DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 10 aprile 2024

«L’attenzione sul fenomeno terrorismo è sempre stata elevata e dopo il 7 ottobre abbiamo ulteriormente alzato l’asticella», racconta al Corriere della Sera il capo dell’antiterrorismo Diego Parente. In quest’ottica «vengono seguite con attenzione tutte le manifestazioni: solo marginalmente si sono verificati incidenti, ma il timore è che la diffusione di un clima di odio possa ulteriormente favorire un processo di radicalizzazione violenta».

Ieri è stata una giornata di mobilitazione per gli studenti anti-Israele. «Il ministero non ha intenzione di lasciare campo libero a studenti e collettivi, soprattutto dal punto di vista dell’ordine pubblico», riporta La Stampa. Per questo a breve la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini «dovrebbe incontrarsi con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un confronto che sarà allargato anche alla conferenza dei rettori delle università italiane e con gli enti di ricerca».

Sull’istanza di boicottaggio che prende sempre più spazio negli atenei Cristina Bettin, la presidente dell’associazione di accademici e scienziati d’origine italiana in Israele, dice a Repubblica: «Mi preoccupa e mi turba. Preoccupa perché non vorremmo che fosse l’inizio di qualcosa di peggio. E turba perché ritengo che sull’opposizione al bando ci sia ignoranza e malafede».

Il giornalista Matti Friedman analizza con La Stampa lo sviluppo della guerra a Gaza. «Il fatto», afferma, «è che Netanyahu non ha condotto la guerra abbastanza velocemente». La pazienza degli alleati di Israele si è così «prevedibilmente esaurita, a causa del modo in cui Hamas provoca la morte di civili palestinesi e della sua capacità di gonfiare la percezione di danni indiscriminati ai civili». Potendo oltretutto contare, accusa Friedman, «sull’aiuto della maggior parte dei media occidentali». Il direttore Claudio Cerasa scrive sul Foglio che «difendere Israele, che come capita alle democrazie dovrà rispondere anche degli errori commessi in guerra», significa «difendere il diritto delle democrazie a credere in sé stesse».

L’Anpi milanese vorrebbe aprire il corteo del 25 aprile con lo striscione “Cessate il fuoco ovunque”. Per Libero «quello slogan, pacifista da bandiera arcobaleno, sta andando di traverso a chiunque abbia la colpa di non potersi definire partigiano di sinistra-sinistra». Prima «la Brigata Ebraica, ora gli ucraini».

A colloquio con l’Osservatore Romano, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni si sofferma sulla pratica del Giubileo nella tradizione ebraica. «Perché il Giubileo sia applicato si presuppone che tutto il popolo ebraico risieda nella terra di Israele», spiega il rav. La situazione non fu più tale «ai tempi del primo esilio fatto dagli Assiri», per cui già sette secoli prima dell’avvento dell’era cristiana «il Giubileo fu interrotto».

È in libreria “Alla vita! Feste, incontri e saggezza di un rabbino dei nostri tempi” di Haim Fabrizio Cipriani. Il Foglio ne anticipa un brano.