SCIENZA – All’israeliano Wigderson il Premio Turing per la matematica

Il matematico israeliano Avi Wigderson è stato insignito del Premio Turing 2023, considerato uno dei massimi riconoscimenti dell’informatica. Da quarant’anni uno dei punti di riferimento in questo ambito scientifico, Wigderson «ha dato contributi fondamentali alla comprensione del ruolo della casualità e della pseudorandomicità nel calcolo», spiega la giuria nella sua motivazione. In particolare il lavoro del matematico, docente all’Università di Princeton, ha aiutato a comprendere come la casualità possa migliorare e modellare gli algoritmi informatici.
Negli anni Ottanta, Wigderson e i suoi colleghi hanno scoperto che inserendo la casualità in alcuni algoritmi, spiega la rivista New Scientist, potevano renderli più facili e veloci da risolvere, ma non era chiaro quanto questa tecnica fosse generale. «Ci chiedevamo se la casualità fosse essenziale o se fosse possibile eliminarla in qualche modo», ha raccontato il matematico israeliano. In un articolo del 1994, lui e l’informatico Noam Nisan hanno chiarito questo legame. «È sempre possibile eliminare la casualità», scrissero, dimostrando la propria tesi.
«L’impatto di Avi sulla teoria del calcolo negli ultimi 40 anni non è secondo a nessuno», ha affermato il collega e amico Oded Goldreich dell’israeliano Weizmann Institute of Science. «La diversità delle aree a cui ha contribuito è sbalorditiva».
Wigderson, classe 1956, è cresciuto a Haifa da una coppia di sopravvissuti alla Shoah polacchi. Il padre, ingegnere elettronico, amava i puzzle e la matematica, passioni condivise con tutti e tre i suoi figli. Ma soprattuto con Avi. «È la persona che mi ha contagiato con questo virus», ha raccontato lo scienziato.
Gli studi universitari di Wigderson in informatica al Technion-Israel Institute of Technology di Haifa, evidenzia un articolo dell’Institute for Advanced Study, si sono rivelati fondamentali per il suo interesse nella teoria dell’informatica. «In Israele, la teoria e la matematica erano molto apprezzate come basi dell’informatica, a differenza di alcuni programmi statunitensi, più concentrati sull’ingegneria. Allora, come oggi, Wigderson era affascinato dalle enormi sfide intellettuali nel capire cosa sia il calcolo». Dopo il Technion, ha conseguito un master e un dottorato a Princeton, ottenendo poi una cattedra nella prestigiosa università americana. Sul rapporto con i suoi studenti nel corso degli anni, ha sottolineato l’importanza dello scambio intellettuale con loro. «La gioventù fornisce energia e freschezza di pensiero che spesso può essere più importante dell’esperienza ed è sempre bello averla intorno. La nostra professione è tra le poche che permette una reale interazione costante con i giovani, e per me questo è un grande aspetto del mondo accademico».