ISRAELE – Mona Maroun, prima rettrice araba

Dal prossimo ottobre l’Università di Haifa sarà guidata dalla professoressa Mona Maroun, ricercatrice di fama mondiale nel campo delle neuroscienze e del post-trauma. Maroun diventerà così la prima donna araba d’Israele ad assumere l’incarico di rettrice. «Sono grata per la fiducia dei membri del Senato accademico e non vedo l’ora di iniziare», ha dichiarato Maroun dopo l’annuncia della nomina. «L’Università di Haifa per me è casa. Mi ha accolto tra le sue fila oltre 30 anni fa, come studente, poi come membro della facoltà del dipartimento di neurobiologia e ora con la carica di rettore».
Esponente della minoranza cristiana maronita, Maroun ha aperto la strada alle donne della sua comunità. È stata la prima del suo villaggio, Isfiya, sul Monte Carmelo, a conseguire un dottorato di ricerca, la prima araba a conseguire un dottorato in neuroscienze e ora la prima araba a guidare un ateneo israeliano. Per il nuovo incarico la promessa è «di proseguire a promuovere la ricerca d’eccellenza». L’obiettivo, ha affermato Maroun, «è continuare a essere un faro di scienza e di eccellenza nel cuore del Nord, promuovendo una coesistenza autentica e quotidiana tra i membri di tutte le religioni e denominazioni d’Israele». Per Gur Elroy, attuale rettore dell’Università di Haifa che da ottobre ne diventerà il nuovo presidente, la nomina della neuroscienziata rappresenta «la scelta giusta per il nostro ateneo». Non è una questione di uomo o donna, di ebreo o arabo, ma di merito, ha spiegato Elroy.
In questi anni il lavoro di ricerca di Maroun si è concentrato sul modo in cui il cervello regola le emozioni in diverse condizioni, normali e di stress. Ha studiato anche gli effetti delle sfide ambientali sulle emozioni, sul comportamento sociale e sulla memoria. La sua ricerca sui traumi infantili, racconta il sito Maariv, ha portato a nuove intuizioni sulle terapie dedicate a bambini e adolescenti.
Oltre alla sua attività accademica, Maroun è impegnata a promuovere l’istruzione superiore nella società araba. In particolare lavora per incoraggiare le giovani donne arabe a seguire percorsi di studi scientifici. In un’intervista alla Fondazione US-Israel Science, ha raccontato la sua storia famigliare. «Mio nonno è immigrato in Israele dal Libano e la mia famiglia non era per nulla benestante», ha spiegato. «Fin da quando ero piccola, sapevo che se avessi voluto fare davvero qualcosa per me stessa, avrei dovuto studiare molto duramente. Sono araba, cristiana, maronita e donna. Non so cosa si provi a far parte di una maggioranza. Ma ero determinata a fare la differenza, così come altri membri della mia famiglia della mia generazione. Nella mia famiglia ora ci sono tre professori, una ventina di avvocati e cinque medici».