MILANO – L’omaggio della città
a Gillo Dorfles e Guido Lopez

«Vicini per residenza, amicizia e consonanza d’ideali», Gillo Dorfles e Guido Lopez sono stati due «Pietre miliari della conoscenza di Milano». Lo ricorda una targa svelata di recente nel milanese Piazzale Lavater. Un gesto della città per onorare due suoi cittadini che per decenni ne hanno raccontato vizi e virtù. «Milano mi ha insegnato cos’è la positività», spiegò in un’intervista Dorfles, celebre critico d’arte, filosofo e artista. Scomparso nel 2018, Dorfles visse per quasi mezzo secolo in Piazzale Lavater. Non lontano dall’abitazione di Lopez, giornalista, saggista nonché amico di lunga data e di cui cade quest’anno il centenario dalla nascita. Da qui l’inaugurazione della targa e l’esposizione di una mostra dedicala al giornalista al Memoriale della Shoah di Milano.
«Le vite dei Dorfles e dei Lopez si sono intrecciate in molte occasioni», racconta a Pagine Ebraiche Fabio Lopez Nunes, figlio di Guido. Sono legami segnati dalla cultura, dagli ideali e dalla comune avversione al fascismo. Il primo a stringere rapporti con Gillo fu il fratello di Guido, lo storico Roberto Sabatino Lopez. I due si incontrarono da studenti a Genova per poi rivedersi a Milano. «Qui il critico d’arte arriva a inizio anni Trenta. Uno dei primi che va a trovare è l’amico Roberto. Nel corso di quell’incontro Dorfles fa conoscenza con Chiara, detta Lalla, Gallignani, ovvero la sua futura sposa», ricorda Lopez Nunes. La giovane era la figlia di Giuseppe Gallignani, direttore del Conservatorio di Milano, inviso al fascismo e per questo oggetto di una violenta campagna denigratoria, che lo portò al suicidio nel 1923. «Mio nonno, Sabatino Lopez, e il Maestro Arturo Toscanini decisero di adottare la giovane figlia Chiara, rimasta orfana. Lei da quel momento crebbe al fianco di mio zio Roberto, di cui era coetanea». Quel legame si trasformò una decina d’anni dopo nel motivo dell’incontro con il marito Gillo. «La guerra e le persecuzioni antisemite allontanarono le due famiglie. I Lopez ripararono in Svizzera, i Dorfles in Toscana», ricorda Lopez Nunes. Finito il conflitto, i legami si ripristinarono e Milano tornò ad essere per tutti il baricentro della vita.
Tra Guido e Gillo ci furono altri intrecci e sovrapposizioni, di cui si parlerà oggi (ore 18.30) alla Biblioteca della Fondazione CDEC. Qui infatti i due intellettuali saranno celebrati e sarà presentato in anteprima il volume Fàlfal. Essere ebrei è difficile, pericoloso, ma stimolante, edito da Mursia. Un libro che raccoglie un racconto inedito di Guido Lopez sul tema dell’antisemitismo.