LIVORNO – Cento anni fa l’insediamento del rav Alfredo S. Toaff

«La sera del 18 scorso, accolto dal coro che cantava il Baruch abbà accompagnato dagli Amministratori e dalla Deputazione del culto, il Dott. Prof. Alfredo Toaff nuovo Rabbino Maggiore della comunità nostra ha fatto il suo ingresso al Sacro Tempio».
Così il giornale “Israel” apre la propria corrispondenza sulla cerimonia di insediamento (18 aprile 1924) del secondo rabbino maggiore della Comunità di Livorno.
Secondo in quanto successore del primo, uno dei suoi Maestri, mancato nel settembre del 1923, il rabbino Samuele Colombo. Per gli ebrei livornesi il “Sor Colombo”, che nel 1900 aveva assunto la carica nella Comunità labronica retta sino ad allora da un comitato rabbinico elettivo composto da tre persone.
Negli scritti di rav Alfredo Toaff la struggente descrizione dell’incontro con il proprio Maestro, a Firenze per delle cure, avuto mesi prima quando si recò da lui, ormai prossimo alla fine terrena, per gli auguri di Rosh Hashanà, ricevendo una sorta di investitura morale e religiosa che gli amministratori della Comunità tramuteranno poi in atto ufficiale di nomina.
Sono presenti alla cerimonia quasi tutti i rabbini italiani (tanti in quell’epoca livornesi o comunque formatisi nel Collegio Rabbinico locale) e i rappresentanti delle Comunità: un elenco di nomi impressionante, significativo di un intero periodo storico.
Toaff prese la parola il giorno dopo, chiosa l’estensore anonimo della nota, prima della lettura del Sefer. «Non per il tuo valore, non per la tua virtù, ma per la mia ispirazione, dice il Signore. Queste parole colle quali più di duemila anni or sono Zaccaria, il Profeta del ritorno, confermava l’autorità di Zorobabel, capo temporale degli Ebrei reduci dall’esilio babilonese, mi ricorrevano insistenti alla memoria in questi giorni e mi inducevano a bene sperare» è l’esordio del nuovo rabbino maggiore, per affermare che se avesse dovuto fare affidamento sulle sue sole forze «l’illusione non sarebbe durata che brevissima ora». Sufficiente inoltre «sarebbe stato che avessi volto lo sguardo un poco dietro di me, e la lunga schiera dei Maestri insigni che illustrarono per tre secoli questa cattedra gloriosa, mi si sarebbe presentata dinanzi; la statura gigantesca di quei sommi di fronte alla mia piccolezza mi avrebbe sgomentato, addirittura annichilito».
Segue l’elencazione di alcuni di questi tanti Maestri, di fama mondiale, non potendo certo mancare un accenno a Elia Benamozegh così come, naturalmente, un pensiero è rivolto al suo Maestro e predecessore: «Degno continuatore dell’opera di tanti grandi fu Samuele Colombo. Egli, che ha lasciato in mezzo a noi si largo compianto, fu, della tradizione del rabbinato livornese, custode vigile e tenace; la sua scienza, la sua fede, la sua bontà hanno impresso il suo nome nei nostri cuori e prima ancora che il tempo, giudice inesorabile ma giusto, abbia compiuto il suo ufficio, la nostra coscienza memore è grata di quanto Egli oprò per la Comunità e per l’ebraismo, gli ha già decretato il posto che gli spetta a lato di quei grandi».
Il rav prosegue poi, con grande dichiarazione d’umiltà, invocando la più ampia collaborazione e chiedendo anche almeno «un pò di affetto», appellandosi per un maggiore ritorno alla Torà «fieri di noi stessi e del nostro passato».
Un lungo rabbinato, quello di rav Alfredo Toaff, conclusosi con la terrena scomparsa nel novembre 1963, lasciando il testimone al suo vice e allievo, rav Bruno Ghereshon Polacco. Un percorso storico unico e drammatico, con il passaggio della guerra e della Shoah, la Comunità livornese anche colpita nelle perdite e nella simbologia della splendida antica sinagoga che, con grande rammarico di rav Toaff e molti altri non si arriverà a ricostruire, giungendo all’inaugurazione del moderno Tempio, nel settembre 1962, quando seppur già provato egli presiederà la cerimonia coadiuvato da suo figlio rav Elio e dal suo collaboratore rav Polacco, non senza mancare di voler significativamente al suo fianco il professor Colombo, figlio del suo predecessore, unitamente al rabbino e professor Menasci e alle autorità della Comunità, partendo dal presidente Israel Renzo Cabib. Preziosa e immensa la mole di scritti lasciati e che tracciano, in parallelo alla sua attività rabbinica, una profonda storia dell’insediamento ebraico livornese e dei suoi Maestri.
Una precisa scheda biografica sulla figura di Alfredo Sabato Toaff si deve tra quelle di Treccani a suo nipote, il professore e rabbino Ariel Toaff e ad essa, per competenza e completezza, è utile rifarsi.

Gadi Polacco

(Foto: rabbini.it)