ROMA – 16 ottobre, una testimonianza per i giovani livornesi
Marco Di Porto era un bambino di due anni quando, il 16 ottobre del 1943, i nazifascisti avviarono il rastrellamento degli ebrei romani. Testimone attivo della Fondazione Museo della Shoah di Roma, ha incontrato in quella sede gli studenti di una classe dell’istituto comprensivo Giovanni Bartolena di Livorno, nell’ambito di un’iniziativa promossa dalla professoressa Silvia Guetta per un corso di perfezionamento di didattica della Shoah di cui è responsabile all’Università degli Studi di Firenze. Accompagnati dalla docente Monica Leonetti Cuzzocrea, i ragazzi hanno interagito con il testimone e presentato un loro progetto triennale di studi sulla persecuzione antiebraica sul territorio livornese, condividendo con Di Porto e con lo storico Marco Caviglia della Fondazione un video riassuntivo. Gli studenti hanno sottolineato in particolare che nella singolarità dell’avvenimento e dell’esperienza vissuta sta tutta la complessità della Shoah e non ci si deve fermare all’orribile contabilità di numeri di morti e sopravvissuti, ma va colto «l’abisso di sofferenza di ogni più piccola storia». Ai ragazzi è andato il plauso della Fondazione Museo della Shoah, sia per i risultati della loro ricerca sia per la capacità di interagire con una platea di alto livello, composta da numerosi docenti universitari.