25 APRILE – Calimani: Venezia sia protagonista per la pace

Non si può costruire una società civile «sulla base di un incessante scontro ideologico: il dibattito sul fascismo va chiuso una volta per tutte con il riconoscimento inequivocabile, da parte di tutti, a destra e a sinistra, dei suoi crimini». La richiesta, nel corso delle celebrazioni del 25 Aprile a Venezia, è arrivata dal presidente della Comunità ebraica locale Dario Calimani.
Per «la nostra Comunità questo 25 aprile è di una tristezza infinita», ha ammesso Calimani, facendo riferimento alle «violenze e sofferenze che percorrono il nostro tempo, da una parte e dall’altra». Ad esempio l’antisemitismo che «con recrudescenza inattesa sta attraversando il mondo intero» e «prende strade che mai avremmo previsto: arriva in forme mediate e subdole e si avvale di ideologie che distorcono tempi e movimenti, invertono cause ed effetti, denunciano comprensibilmente la violenza di una parte e silenziano incomprensibilmente il terrore di un’altra».
Ma non bisogna perdere la speranza, ha esortato Calimani. Venezia, la sua riflessione, «è stata il modello illuminato della convivenza fra diversi, diversi fra di noi, all’interno, e diversi dal mondo che ci circondava fuori dal Ghetto». Ora «anche noi coltiviamo un sogno: che Venezia si unisca a proposte concrete di un tavolo della pace che vanifichi l’ansia di distruzione che sta attraversando il mondo». Un’utopia, forse, «ma in tempi di odio e di devastazione conserviamoci almeno la libertà di sognare».