«Riformare l’Unrwa? Un’illusione»

Scritto dal giornalista anglo-tedesco Alan Posener, il testo pubblicato il 24 aprile su Die Welt e intitolato Die Bundesregierung belügt sich selbst und uns, ossia “Il governo federale sta mentendo a se stesso e a noi” è molto severo con le istituzioni tedesche, criticate per la scelta di riprendere a finanziare l’Unrwa,  l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Palestinesi nel vicino Oriente. Con una decisione presa per di più «nel bel mezzo della settimana della Pasqua ebraica», il governo tedesco ha a tutti gli effetti «preso a schiaffi» gli ebrei di tutto il mondo, oltre ovviamente a Israele. Dopo aver affermato che «l’organizzazione umanitaria palestinese offre agli attivisti anti-israeliani posti di lavoro ben retribuiti e serve a perpetuare lo status di rifugiato, per l’eternità» Posener scrive che la Germania dovrebbe chiederne lo scioglimento e smettere di sostenerla.
«Sono gli stati arabi ricchi che dovrebbero intervenire a finanziarla, semmai».
L’Unrwa ha, come minimo, qualche «problema di neutralità» (come afferma anche il report di Catherine Colonna, ex ministro degli Esteri francese), e di corruzione, e si è trasformata in un’organizzazione che garantisce agli attivisti anti-israeliani non solo buoni stipendi, ma anche un’ottima copertura: i suoi dipendenti sono stati accusati di aver preso parte ai massacri avvenuti il 7 ottobre. Nonostante Colonna non abbia trovato prove di questo coinvolgimento è evidente che senza una intelligence ben preparata trovare prove del genere sarebbe davvero arduo, così come è difficile distinguere fra i combattenti di Hamas e i civili. Ed è comunque certo che nelle scuole dell’Unrwa viene negata l’esistenza di Israele e c’è un apprendimento precoce dell’antisemitismo. Ovviamente, continua Posener, sotto la dittatura di Hamas anche solo restare imparziali è praticamente impossibile, e questo è vero anche nei campi profughi in Giordania, Libano e Siria, e ovunque ci sia un coinvolgimento dell’Unrwa.
Anche riconoscendo un’iniziale non volontà di essere coinvolti, si tratta di una parte di mondo in cui se si vuole sopravvivere non c’è scelta: si collabora con i gruppi terroristici.
Da qui all’idea con cui Posener ha aperto l’articolo il passaggio è ovvio: il governo tedesco, nel momento in cui riprende a finanziare l’Unrwa mente a se stesso ma anche ai suoi cittadini: chiedere una riforma interna e pretendere che venga fatta formazione continua è insensato. E inutile, dato che il problema è strutturale:  l’Unchr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite i Rifugiati, è responsabile per 114 milioni di rifugiati nel mondo: solo i palestinesi hanno un’organizzazione umanitaria dedicata. Il motivo è noto: è stato l’unico modo possibile per mantenere lo status di rifugiati per se stessi e per i propri discendenti, un dato necessario sia a giustificare la richiesta di “ritorno” che a perpetuare l’esistenza stessa dell’agenzia, necessaria a sostenere proprio coloro che poi permettono ai paesi arabi di lamentare la negazione dei diritti elementari ai palestinesi “rifugiati”.