CICLISMO – Nadav Raisberg, un israeliano al Giro

Punterà ad almeno una vittoria di tappa la Israel Premier Tech, tra le 22 squadre protagoniste della centosettesima edizione del Giro d’Italia al via nel fine settimana da Torino. La squadra israeliana è alla sua settima partecipazione consecutiva e arriva da un inizio di stagione importante, con tanti successi all’attivo. Al Giro d’Italia arriva con una formazione in cui ad alcuni veterani di consolidata esperienza come il canadese Michael Woods, vincitore nel 2023 di una tappa al Tour de France, si affiancano giovani talenti in rampa di lancio. Tra loro un italiano, il 24enne Marco Frigo. E un israeliano, il 23enne Nadav Raisberg. È la prima grande corsa a tappe per Raisberg, che ha ben figurato in alcune “classiche” di primavera tra cui la Milano-Torino e le Strade Bianche nel senese. Ma il Giro è un’altra cosa. L’occasione di una vita.
«Abbiamo scelto Nadav Raisberg perché è esattamente il ciclista di cui abbiamo bisogno in questo Giro», ha spiegato il direttore sportivo Oscar Guerrero. «È un ciclista completo, veloce ma anche forte in salita. Sarà in grado di aiutarci nelle tappe di montagna, negli sprint e nei tentativi di fuga. Con la licenza magari di provare a ottenere anche un risultato in solitaria».
Professionista da pochi mesi, in alcune dichiarazioni veicolate dal team, Raisberg si è detto «molto emozionato» per l’opportunità che gli è stata offerta. «Ho trascorso le ultime settimane in quota, allenandomi ad Andorra senza soluzione di continuità. Bici, bici e soltanto bici. Nel tempo libero tra un allenamento e l’altro ho studiato con attenzione ogni tappa, arrivo quindi preparato a questa corsa. L’obiettivo è finirla, ma anche aiutare i miei compagni di squadra a ottenere dei successi».
C’è molta attesa per questo Giro in casa Israel Premier Tech. «Ogni vittoria è una soddisfazione, ma in questo momento particolare lo è ancora di più», sottolinea il proprietario della squadra, il filantropo israelo-canadese Sylvan Adams, in una intervista su Pagine Ebraiche di maggio. «I nostri atleti sul gradino più alto del podio sono infatti la migliore risposta possibile all’agenda portata avanti dai boicottatori di Israele, ai veleni che immettono nel discorso pubblico e alle minacce che talvolta rivolgono in modo scomposto. Ne stiamo ricevendo di nuove, anche in relazione a Giro d’Italia e Tour de France. Per ora solo verbali. Ma non sono preoccupato».