UNIVERSITÀ – Technion apre le porte ai cervelli in fuga dall’odio
Il Technion di Haifa apre le porte a studenti e docenti degli atenei di tutto il mondo per garantire loro il diritto di studiare, fare ricerca e insegnare in sicurezza, lontano dalle minacce dei movimenti universitari contro Israele. Negli scorsi giorni il politecnico israeliano ha lanciato questa iniziativa, spiegando come sia una risposta «all’ondata di antisemitismo e di retorica anti-israeliana» emersa in tutto il mondo dopo le stragi del 7 ottobre. «Anche a causa delle deboli risposte di alcuni rettori di importanti università americane, europee e australiane, molti studenti e ricercatori ebrei e israeliani si trovano attualmente ad affrontare minacce fisiche e verbali», ha denunciato il presidente del Technion Uri Sivan. A causare il senso di insicurezza, le proteste sempre più violente e gli slogan dei movimenti propalestinesi nelle università. «A seguito di questa situazione e dato l’importante ruolo del Technion nella storia del popolo ebraico degli ultimi 100 anni, abbiamo annunciato un programma per la rapida integrazione di studenti e membri di facoltà di tutto il mondo che cercano un rifugio accademico in questi tempi difficili», ha annunciato Sivan.
Per chi ha un dottorato di ricerca sarà aperto il programma di post-dottorato del Technion. Per gli studenti sarà facilitato l’accesso ai diversi programmi di scambio e studio all’estero, che vanno da due mesi a un anno e sono tenuti in inglese. Per docenti o ricercatori delle diverse facoltà l’invito invece è «a venire al Technion per un periodo di insegnamento e ricerca».
L’impegno, ha ribadito Sivan, è di «garantire a tutti supporto e sostegno». «Unitevi a noi», ha concluso il presidente dell’ateneo israeliano, «in questo momento difficile e entrate a far parte della nostra comunità accademica all’avanguardia nella ricerca e nell’istruzione globale».