SUD – Puglia, Calabria, Sicilia: Pesach segna la rinascita ebraica

Da Trani a Siracusa, da Palermo a Palmi, il Meridione ebraico continua a dare segni di vitalità. In diverse località del Sud si è celebrato il Seder di Pesach. «E non è un dato scontato», sottolinea il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni. «È un altro esempio di come il Progetto Meridione dell’Ucei stia dando i suoi frutti. Si stanno delineando diversi gruppi ebraici in Puglia, Calabria, Sicilia e Basilicata, alcuni già ufficialmente costituiti in Sezioni della Comunità ebraica di Napoli, altri con la possibilità di diventarlo. Sono presidi importanti di una tradizione ebraica da riscoprire», spiega Disegni, delegato Ucei per il Meridione. Piccoli nuclei da aiutare a crescere e consolidarsi. «È un periodo purtroppo molto particolare, in cui per questioni di sicurezza bisogna fare attenzione. Ma è significativo ad esempio che la Sezione di Catania abbia organizzato un Seder con una ventina di persone», sottolinea rav Cesare Moscati, rabbino capo di Napoli e referente per il sud. Anche in Puglia, in Valle d’Itria, aggiunge Disegni, è stato organizzato un Seder comune, portando persone da Taranto, Lecce e altre località della zona.
«A Siracusa abbiamo celebrato Pesach per la prima volta in 500 anni nelle stanza sopra l’antico mikveh (bagno rituale) della città», racconta Moshe Ben Simon, guida turistica israeliana nonché anima del nuovo nucleo formatosi a Catania. «In passato ognuno celebrava la festa per conto suo, mentre quest’anno eravamo in 25. Tutti insieme, tutti molto emozionati. Anche se la felicità del momento è stata condizionata dalla situazione in Israele. Abbiamo ricordato come per gli ostaggi di Hamas la liberazione dalla schiavitù che celebriamo a Pesach non sia ancora arrivata. Speriamo siano finalmente rilasciati».
Anche in Calabria un pensiero è andato ai rapiti. «Qui le famiglie hanno celebrato ognuna a casa propria, ma abbiamo lasciato una sedia vuota per ricordare chi da quasi sette mesi è prigioniero dei terroristi a Gaza», afferma Roque Pugliese, delegato della Sezione di Palmi (Reggio Calabria). Con amarezza poi aggiunge: «Per la prima volta durante le celebrazioni del 25 aprile all’ex campo di internamento di Ferramonti di Tarsia c’è stata una imponente presenza delle forze dell’ordine. Si temevano possibili disordini, fortunatamente non ci sono stati e non c’erano bandiere estranee alla Resistenza. Inoltre molti relatori hanno condannato l’attuale riemergere dell’antisemitismo». Un segnale positivo, a cui Pugliese ne aggiunge un altro. «Sono stato invitato, come referente del mondo ebraico locale, dal console onorario del Marocco a Reggio Calabria alla cena per la fine del Ramadan. Tutti i presenti mi hanno dimostrato vicinanza. Non ci sono stati accenni alla guerra in Medio Oriente. Abbiamo parlato invece con realismo dell’obiettivo comune di far crescere e sviluppare la nostra terra». Altre iniziative sono in cantiere con le istituzioni locali. «I rapporti in Calabria come in altre città con le amministrazioni sono ottimi», conferma Disegni. «Sono relazioni importanti da coltivare, così come l’impegno a non lasciare soli questi diversi gruppi ebraici sparsi per il sud. Come Ucei, con la Comunità di Napoli, cerchiamo di dare assistenza alle loro esigenze».
Rav Moscati, ad esempio, tiene per loro «una volta alla settimana una lezione online. Ma presto penso organizzeremo anche degli incontri in presenza in Sicilia e in Calabria».
«Per noi», spiega Ben Simon, «è importante avere sostegno, ma soprattutto poterci riunire insieme. Sentirci parte di un gruppo con gli stessi ideali e valori. Soprattutto in questo momento difficile, come israeliani ed ebrei, è rincuorante».