ISRAELE – Tsahal controlla valico Rafah, Hamas gioca con vite ostaggi

L’obiettivo di Hamas era creare confusione e scaricare su Israele ogni responsabilità sul fallimento dei negoziati. Per questo ieri sera il gruppo terroristico si è affrettato ad annunciare di aver accettato una bozza di accordo per una tregua in cambio della liberazione degli ostaggi. Ma a Gerusalemme quella bozza non era mai arrivata. E nessuno aveva mai condiviso quella formulazione. Colto in contropiede, il governo di Benjamin Netanyahu ha definito il piano di Hamas irricevibile. Una “trappola” per disorientare l’opinione pubblica.
Nelle richieste israeliane uno dei punti fondamentali era ottenere subito il rilascio di una parte degli ostaggi ancora in vita (su 129 rapiti il 7 ottobre, almeno 30 secondo Tsahal sono morti in prigionia). Ai mediatori di Egitto e Qatar invece i terroristi, nella loro versione, hanno proposto di liberare in una prima fase 33 ostaggi, ma non tutti in vita. Una differenza enorme per il governo Netanyahu e difficile da accettare a sette mesi dall’inizio del conflitto.
Ora gli Stati Uniti cercano di mediare. Israele tiene uno spiraglio aperto alle trattative e nel mentre continua a muoversi sul terreno militare. I carri armati di Tsahal sono entrati nel sud della Striscia di Gaza questa mattina, prendendo il controllo del lato palestinese del valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Da questa zona, ha spiegato l’esercito, sono partiti domenica i colpi di mortaio verso il valico di Kerem Shalom, che hanno causato la morte di quattro soldati. Secondo fonti locali, si tratta l’operazione odierna a Rafah rimarrà circoscritta e non è l’inizio dell’ampia offensiva contro Hamas nel suo ultimo bastione. Ma è un primo avanzamento per preparare il terreno, spiegano gli analisti, nel caso le trattative diplomatiche dovessero definitivamente naufragare. (modificato)