MUSICA – Stasera parte Eurovision, Malmö in stato d’assedio

In Israele l’Eurovision è un appuntamento molto seguito. Nel 2018 quando l’israeliana Netta Barzilai vinse la competizione canora migliaia di persone scesero in piazza a Tel Aviv per festeggiare. L’atmosfera oggi nel paese è molto diversa, ma rimane la grande attenzione per la rassegna al via questa sera a Malmö, in Svezia. In città le misure di sicurezza sono state rafforzate. C’è chi ha cercato di boicottare la partecipazione d’Israele, in gara con la cantante Eden Golan e la sua Hurricane, e si temono contestazioni o iniziative violente. Tanto che negli scorsi gioni una delegazione del servizio d’intelligence israeliano Shin Bet si è recata a Malmö per coordinare con le autorità svedesi i protocolli di sicurezza. Si temono azioni «provocatorie», ha spiegato un funzionario dello Shin Bet ai media.
La scorsa settimana dal ministero degli Esteri di Gerusalemme è arrivato un avviso agli israeliani di evitare se possibile Malmö. La città, si legge nel messaggio del ministero, «è nota come centro di proteste anti-israeliane». Nel 2009 un’incontro di Coppa Davis Svezia-Israele giocato a Malmö sfociò in proteste e rivolte di massa con le autorità obbligate a chiamare rinforzi di polizia dalla vicina Danimarca.
Un’atmosfera tesa per un Eurovision mai così blindato, dopo mesi in cui gli attivisti propalestinesi hanno chiesto l’esclusione d’Israele. «Sono venuta qui per far sentire la mia voce», ha dichiarato Golan oggi a Reuters, sottolineando come si tratti di una competizione canora. «Cercherò di lasciare un segno nelle persone e di unirle attraverso la musica», ha aggiunta la cantante ventenne, che si esibirà domani nella seconda semifinale. Il tema delle proteste non la preoccupa. «Sta alle persone decidere cosa fare. Hanno il diritto di far sentire la propria voce, ma io sono concentrata sulla mia performance e sulle vibrazioni positive».
Sul palco canterà una versione modificata della canzone originale presentata da Israele. Inizialmente il testo, intitolato October Rain, conteneva dei riferimenti alle stragi del 7 ottobre, ma il comitato organizzatore lo ha bloccato, ritenendolo politico. È stato chiesto a Golan e al suo entourage di cambiarlo. Dopo un intervento del presidente israeliano Isaac Herzog, il testo è stato riadattato nella versione attuale, intitolata Hurricane. Secondo le proiezioni Golan dovrebbe riuscire a qualificarsi alla finale di sabato e nella classifica generale potrebbe posizionarsi tra le prime dieci su quaranta partecipanti totali.
«È un momento molto importante per Israele, soprattutto quest’anno», ha sottolineato la cantante. «Mi sento onorata di avere l’opportunità di essere la voce del mio paese».