PAGINE EBRAICHE – Il numero di maggio al Salone del libro di Torino

I libri, i mondi che sono in grado di schiudere e il potere terapeutico della lettura sono protagonisti nel numero di maggio di Pagine Ebraiche.
L’invito sulla prima pagina del mensile Ucei è a “tuffarsi” nei libri, lasciandosi conquistare dai classici senza tempo e dalle novità editoriali. Da domani sarà possibile farlo al Salone internazionale di Torino, con centinaia di migliaia di visitatori attesi tra i padiglioni del Lingotto e il giornale dell’ebraismo italiano in distribuzione con una tiratura speciale e uno stand in cui tutti i nostri amici e sostenitori sono invitati a farci visita.
Uno degli eventi del Salone si focalizzerà su un libro sui senatori ebrei che si distinsero negli anni del Regno d’Italia, nato dalla collaborazione tra l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Senato. Curato da Valerio Di Porto e Manuele Gianfrancesco, il volume si apre con alcune riflessioni di Liliana Segre. Secondo la senatrice a vita «ragionare della presenza ebraica nelle istituzioni è un atto dovuto», ma che permette anche «di meglio valorizzare i contributi delle più varie componenti che costituiscono e arricchiscono il nostro tessuto sociale, superando segmentazioni, separatismi o, peggio ancora, discriminazioni». Il numero di maggio di Pagine Ebraiche propone anche altri libri e autori. Partendo dalla scrittrice e poetessa Sarai Shavit, una delle nuove interpreti della letteratura israeliana, che in una intervista confida di sentirsi «al sicuro» solo tra le parole, il suo rifugio in un Israele «fragile e ferito» dai recenti eventi. Altri libri recensiti nel giornale trattano la ferita del 7 ottobre da varie angolature, dalle falle riscontrate a livello di sicurezza all’impatto di quanto avvenuto nei rapporti umani, nella fede, nelle relazioni tra Israele e Diaspora. Ma c’è spazio anche per libri biografici, su personaggi che si opposero al nazifascismo oggi dimenticati o su storie di famiglia sottratte all’oblio.
L’apertura del giornale è sugli Usa e su una «età dell’oro» dell’ebraismo americano che sembrerebbe svanita di fronte all’avanzata di un crescente risentimento anti-israeliano nei campus e non solo. Si parla poi di Iran, con due esperti a confronto sulle prossime mosse di Teheran nello scacchiere mediorientale e il coraggioso impegno di alcune attiviste anti-regime che in Italia hanno sfilato anche accanto alla bandiera israeliana.
Uno dei grandi eventi culturali di questo periodo è la Biennale di Venezia. Il padiglione israeliano, come noto, è al momento chiuso: in Pagine Ebraiche cerchiamo di capire perché, le ragioni profonde e il messaggio di questa scelta. A fianco un approfondimento sulla «cornice dimenticata», il Mausoleo delle Fosse Ardeatine che è stato il «grande assente» dalle commemorazioni per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio. Prosegue intanto il lavoro di documentazione sul contributo dato dai partigiani ebrei alla Liberazione dal nazifascismo, a cura della Fondazione Cdec di Milano. Facciamo il punto con la responsabile del progetto, la storica Liliana Picciotto.
Come di consueto alcune pagine del giornale sono dedicate alle attività delle 21 comunità dell’ebraismo italiano tra progetti realizzati e obiettivi da raggiungere. L’area riservata alle comunità inizia da Milano. «Unità» è la parola più ricorrente nelle dichiarazioni di Walker Meghnagi, il presidente degli ebrei milanesi, che ha deciso di non sfilare al corteo del 25 aprile.
Sfogliando ancora il giornale, due articoli si incentrano su alcune innovazioni scientifiche israeliane (le uova dalle patate, il caffè dalle scaglie). Mentre in “A tavola” Laura Raccah racconta il suo mondo, un mondo fatto di fragranti biscotti che hanno conquistato la grande distribuzione organizzata. Nella sezione “TV” l’attenzione è sulla serie Chanshi, un originale format che ha avuto 14 nomination ai premi dell’Accademia televisiva israeliana. In “Sport” il magnate Sylvan Adams illustra le nuove sfide della Israel Premier Tech, la squadra israeliana di ciclismo che sta correndo il Giro d’Italia e sarà poi in gara al Tour de France. In conclusione di giornale un intervento del rav Michael Ascoli sulla festa ebraica di Lag Ba Omer. La sua sensazione è che sia necessario ripensare in parte l’approccio alle celebrazioni che avvengono attorno a questa data, «partendo dall’esagerato valore dato ai falò».