MILANO – Addio a Masal Pas Bagdadi, psicoterapeuta e scrittrice

Psicoterapeuta e scrittrice, Masal Pas Bagdadi, scomparsa a 86 anni, ha raccontato la sua vita e il suo lavoro attraverso i libri. In A piedi scalzi nel kibbutz (Bompiani) ha ripercorso la sua fuga dai progrom antisemiti a Damasco, dove era nata nel 1938. Da sola, ancora bambina, nell’inverno tra il 1943 e il 1944 arrivò nella Palestina mandataria, separandosi dalla madre e dalla sorella. Un trauma affrontato nella nuova comunità in cui era stata catapulta: Il kibbutz Alonim, in Galilea.
«All’epoca in cui vivevo nel kibbutz mi regalarono una bambola che aveva la testa rotta. Io l’ho riparata, poi mi sono detta: le cose si possono aggiustare, anche le cose della testa, ovvero i pensieri. Quest’atto della mia infanzia mi ha permesso di guarire anche le ferite psichiche dovute alla separazione da mia madre e dalla mia famiglia», raccontò Bagdadi in un’intervista.
Una prima consapevolezza che la portò da grande a scegliere la strada della psicoterapia, immaginando percorsi di aiuto e sostegno alle persone, in particolare ai bambini. Trasferitasi nel 1960 in Italia, il suo impegno si tradusse nella pubblicazione di diversi libri dedicati all’educazione e al rapporto genitori-figli, come Amiamo il bambino che è in noi (Esi editore). E nella creazione a Milano del «Centro giochi di Masal», un asilo pensato come oasi di gioco per i più piccoli.
Il suo approccio psicopedagogico, spiegava in un’intervista a Linkiesta, era fortemente influenzato dall’infanzia in Israele. «L’idea del kibbutz è quella che ciascuno deve essere messo nelle condizioni di dare il meglio di sé, sentendo il supporto degli altri. L’individuo non esiste senza il sostrato della comunità in cui vive. Così è anche nella terapia», spiegava Bagdadi.
Nel suo Mamma Miriam (Bompiani), dedicato alla madre, si parla di esperienze personali, ma soprattutto di maternità, di pedagogia, di percorsi di insegnamento ai giovani. Cosa significa la vita nella terza età è invece il cuore di Il tempo della solitudine (Bompiani). Un racconto delle vite di alcuni ospiti della casa di riposo della Comunità ebraica di Milano con cui la psicoterapeuta ha avuto lunghi colloqui. Ospiti che vivono in un tempo sospeso, tra memoria del passato, ritualità ebraiche e l’attesa per le visite dei parenti.
E ancora un libro scritto negli anni della seconda intifada, ma tristemente di grande attualità: Mi hanno ucciso le fiabe. Come spiegare la guerra e il terrorismo ai nostri figli (Franco Angeli).
«Con immenso dolore apprendiamo della scomparsa di Masal Pas Bagdadi che ci ha lasciato questa mattina. Ha sostenuto e accompagnato nel loro percorso di crescita diverse generazioni di bambini e ragazzi che la omaggiano oggi con il loro tributo e considerano la relazione e il lavoro con lei parte indissolubile della loro attitudine e vita», dichiara la presidente Ucei Noemi Di Segni.
«Ha scritto e orientato persone ed enti attingendo alle sue radici, alla sua terra e lingua nativa, così come l’ebraico e Israele, facendoli germogliare qui nelle nostre comunità e scuole. Le saremo sempre grati per quanto con dolcezza e intelligenza umana ha saputo cogliere, accompagnare e fare, con riservatezza ma anche autorevolezza che si riconosce a chi ha maturato anche sulla propria pelle esperienze di sradicamento e dolore, parte della storia più grande del popolo ebraico», aggiunge Di Segni.
«Continueremo ad attingere al suo sapere come punto di riferimento e ulteriore esemplare prova di come il sapere professionale abbinato ai valori e all’esperienza ebraica si riverbera e diventa un bene per un’intera comunità cittadina ben oltre al circuito di quella propria. Che il suo ricordo sia di benedizione».