LILIANA SEGRE – L’Italia, una democrazia matura

«A 87 anni ormai pensavo di fare la nonna e poco altro, una vita tranquilla », raccontava Liliana Segre a Pagine Ebraiche, dopo aver varcato per la prima volta la soglia di Palazzo Madama. Era la primavera del 2018. Alcuni mesi prima dal Quirinale era arrivata la nomina a senatrice a vita “per aver illustrato la patria con altissimi meriti” in campo sociale. La senatrice da allora non ha mai fatto mancare il suo impegno, in aula ma non solo, distinguendosi in particolare per l’istituzione di una Commissione straordinaria contro l’odio e il razzismo che presto presenterà una sua nuova relazione annuale in cui saranno misurati gli effetti del 7 ottobre e della guerra a Gaza. Nella prefazione al volume sui senatori ebrei, Segre scrive che «ragionare della presenza ebraica nelle istituzioni è un atto dovuto», ma che permette anche «di meglio valorizzare i contributi delle più varie componenti che costituiscono e arricchiscono il nostro tessuto sociale, superando segmentazioni, separatismi o, peggio ancora, discriminazioni». Riferendosi a quell’esperienza storica, Segre spiega di ritenere che la vicenda dei senatori ebrei negli anni del Regno vada vista in una prospettiva da lei riassunta nella formula «dalla divisione e discriminazione alla piena eguaglianza e pari dignità». Lo «stesso percorso di crescita del paese», rileva Segre, sottolineando come l’Italia, nel partire «dai suoi limiti strutturali, sociali e politici» abbia sempre dimostrato «di sapersi emancipare fino a raggiungere i caratteri di una moderna democrazia matura, con una adeguata collocazione e considerazione internazionale».