MILANO – Segre: I miei odiatori dovrebbero essere curati
Le parole «sono pietre», ha spesso ricordato Liliana Segre nei suoi interventi. E niente può destabilizzare una società più di quelle «dell’odio», ha confermato confrontandosi sul tema con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ospiti entrambi di una iniziativa dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) al Memoriale della Shoah di Milano. Atti di cui la senatrice stessa è vittima da tempo, con messaggi da lei definiti «pazzeschi» che l’hanno costretta a una vita sotto scorta, ma dai quali non intende comunque farsi stravolgere l’esistenza. «A me piace vivere, sono attiva, ho tante passioni. E dovrei stare a casa perché qualcuno vuole ammazzarmi? No!», ha spiegato la senatrice a vita, sopravvissuta bambina alla deportazione ad Auschwitz-Birkenau. A suo dire gli odiatori che l’hanno presa di mira dovrebbero essere «protetti e curati da una équipe di medici».
Preoccupa in ogni caso l’ondata di antisemitismo, inattesa da Segre a questi livelli. «Ma come ha detto il rabbino Alfonso Arbib, siamo stati sempre odiati, perseguitati, fummo schiavi in Egitto, ma non si sa se per una forza divina, umana o filosofica, sia pure una minoranza della minoranza, nonostante questo mondo intorno che ci accusa, nonostante millenni e secoli nell’indifferenza generale, questo popolo continua a esistere. Speriamo anche dopo questa ondata spaventosa di odio». Al riguardo Piantedosi ha ribadito l’urgenza di tenere alta la guardia: «Dal 7 ottobre abbiamo avuto il 1000% di aumento di segnalazioni di sentimenti d’odio. Abbiamo alzato le barriere, ma il sentimento di antisemitismo può alimentare forme di terrorismo». Per il rappresentante del governo, a detta del quale il fenomeno sarebbe sottovalutato dall’insieme della società italiana, «ogni azione che cela una riproposizione di sentimenti antisionisti e antisemiti va rifiutata da tutti».
(Foto: Polizia di Stato)