TORINO – Senatori ebrei, quelle storie da conoscere

Mossi «da una sincera vocazione patriottica e da una appassionata dedizione per la cosa pubblica», 44 senatori ebrei sedettero in Parlamento nel periodo compreso tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la promulgazione delle leggi razziste. Considerati i ristretti numeri dell’ebraismo italiano, un contributo più che considerevole da un punto di vista quantitativo. Ma quegli uomini di Stato si distinsero anche a livello qualitativo, agendo al centro della scena e talvolta in forma più anonima ma non meno preziosa, come racconta il libro Senatori ebrei del Regno d’Italia (ed. Giuntina) nato da una collaborazione tra l’Ucei e il Senato della Repubblica. L’opera, introdotta da alcune riflessioni della senatrice a vita Liliana Segre sull’importanza di questa memoria, è stata presentata al Salone del Libro di Torino con l’intervento dei due curatori Valerio Di Porto e Manuele Gianfrancesco, del consigliere Ucei Massimiliano Boni e degli storici Alberto Cavaglion e Fabio Levi, moderati dal giornalista Giorgio Giovannetti.
Come spiegato dal rappresentante dell’Ucei, che firma un testo su “composizione, provenienza, estrazione sociale e orientamento” dei 44 senatori ebrei del Regno, il libro si inserisce in un percorso di iniziative dedicate alla salvaguardia dei diritti fondamentali e al contrasto di ogni forma di pregiudizio, anche nel solco tracciato dal progetto sull’articolo 3 della Costituzione da poco conclusosi con il messaggio «Diversi tra eguali». L’ebraismo è in questo senso portatore di una “differenza” che può lasciare il segno anche in ambito istituzionale. Al riguardo i relatori si sono confrontati sul grado di “ebraicità” dell’impegno profuso dai senatori ebrei dal Risorgimento fino alla cesura dell’antisemitismo di Stato, ragionando su quanto appartenenza e formazione abbiano inciso sulle loro scelte. Domande che restano in parte aperte e che potrebbero essere affrontate anche in un ulteriore volume sui senatori nell’Italia repubblicana. Questo almeno uno dei progetti ipotizzati per il futuro, qualora la collaborazione con il Senato proseguisse e si estendesse anche alla faticosa riconquista della libertà e alla sua messa a regime. Tanti ebrei furono protagonisti della ricostruzione del paese dalle macerie. Ma, come sottolineato da Levi, le leggi razziste del 1938 e la successiva persecuzioni delle vite rappresentarono comunque una «rottura drastica». E parte dell’iniziale slancio è andato così inevitabilmente perduto.