DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 14 maggio 2024

«Gli odiatori vanno curati», ha detto ieri Liliana Segre al Memoriale della Shoah di Milano. Dichiarazioni che hanno riacceso l’attenzione della stampa italiana sull’impennata di episodi di antisemitismo nel nostro paese. «Per la prima volta gli atti contro gli ebrei dal vivo, quindi “accaduti materialmente”, hanno quasi raggiunto quelli sul web, nei numeri storicamente maggioritari», sottolinea Repubblica citando l’ultima indagine nel merito dell’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione Cdec. Sulla prima pagina del giornale la scritta apparsa ieri a Venezia, su un muro del Lido, in cui si inneggia allo sgozzamento degli ebrei, bambini inclusi. Secondo i dati dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) diffusi ieri alla presenza di Segre, dal 7 ottobre al primo maggio si sono verificati «345 episodi riconducibili all’antisemitismo, tra cui 41 “hate crimes”, ossia crimini d’odio motivati da un pregiudizio, 175 casi di “hate speech” e 112 di incitamento all’odio online» (La Stampa).

«Una memoria comune contro l’odio», chiede su Repubblica il presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick. «La denunzia di Liliana Segre e il suo ammonimento che gli odiatori devono essere “protetti e curati” riempiono la mente e il cuore di desolazione».

«È un momento molto difficile per l’umanità intera. Da mesi assistiamo a distruzioni, enormi perdite di vite, fame: personalmente piango per ogni vita persa a causa della violenza, da entrambi i lati”, afferma il ministro per la cooperazione internazionale e la pianificazione dell’Anp Wael Zaqqout, parlando con Repubblica. «Io non credo che nessuna delle soluzioni di cui abbiamo letto in questi mesi funzionerà», sostiene l’esponente politico palestinese, uno dei quattro ministri nel governo dell’Anp originari di Gaza. «Sono sette mesi che gli israeliani cercano un’alternativa e non l’hanno trovata. Non sono un politico, ma so che le guerre non portano alla soluzione. Sediamoci e parliamo: noi palestinesi non chiediamo il mondo».

«Un nuovo incidente diplomatico riaccende le tensioni tra mondo ebraico e Vaticano» riporta La Stampa, segnalando una nota emessa dall’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede per contestare un intervento della Premio Nobel yemenita Tawakkol Karman nell’atrio della basilica di San Pietro. L’attivista, racconta il Messaggero, ha accusato Israele di stare compiendo «pulizia etnica e genocidio a Gaza».

«È difficile, qui, scegliere il buon umore, l’amore, il divertimento, a volte lo scoraggiamento, la mancanza di sostegno, l’aggressività di troppi antagonisti ti spingono nell’angolo», scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale, in un articolo sui 76 anni di Israele. «Ma guardate le foto dei giovani israeliani, anche di quelli che combattendo hanno perduto la vita. Sorridono con determinazione. È il sorriso di chi sa perché vive».

«Dopo il 7 ottobre abbiamo assistito a una crescita esponenziale di episodi di antisemitismo», dice la presidente dell’Unione delle associazioni Italia-Israele Celeste Vichi al Foglio. «La cosa più grave è che oramai si fa fatica a vedere e a realizzare come l’antisionismo sia il nuovo antisemitismo».