ISRAELE – I funerali dei quattro ostaggi recuperati a Gaza

Nel silenzio e nel dolore del funerale di Shani Louk si fanno notare le magliette degli amici. «Quando balliamo, preghiamo», la scritta che hanno fatto stampare. «Shani lo diceva sempre», spiegano ai giornalisti presenti ai funerali a Srigim. E così gli amici e i parenti la vogliono ricordare: una ragazza di poco più di vent’anni sempre allegra e curiosa, con la passione per la danza e i festival musicali. L’ultimo a cui ha partecipato, tragicamente, è stato quello di Reim. Qui i terroristi di Hamas il 7 ottobre l’hanno assassinata per poi portare a Gaza il suo corpo. «Per tre settimane abbiamo pensato fosse viva e che sarebbe tornata da noi», ha ricordato la madre di Shani, Ricarda nel suo elogio funebre. Indescrivibile, ha spiegato, il dolore di vedere il corpo della figlia esposto come un trofeo. Un sollievo ora poterla seppellire nella sua comunità, a sud di Gerusalemme. Nel fine settimana Tsahal ha reso noto di aver recuperato a Gaza, nel corso delle operazioni militari, la salma di Louk, assieme a quelle di Ron Benjamin, Itzhak Gelerenter e Amit Bouskila, tutti assassinati il 7 ottobre.
«Non siamo riusciti a proteggerti», ha affermato tra le lacrime il padre di Shani, Nissim. «La nostra leadership ripete gli stessi errori, senza imparare. Einstein una volta disse che solo uno sciocco continua a fare la stessa cosa aspettandosi di ottenere un risultato diverso. Se continuiamo a commettere gli stessi errori degli ultimi decenni, probabilmente perderemo il nostro paese», ha avvertito Nissim. Al termine degli elogi funebri, è risuonata la canzone intitolata Home e scritta dalla stessa Shani. Tra le parole del testo: «I don’t want war». «Non voglio la guerra».