ISRAELE – Cig ordina stop a guerra contro roccaforte Hamas

La Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di interrompere l’operazione militare a Rafah. Gerusalemme si trova così in una situazione politica complicata. Se deciderà di continuare la missione nel sud della Striscia di Gaza, contravvenendo agli ordini della Corte, rischia di dover affrontare sanzioni internazionali.
«Israele deve interrompere immediatamente la sua offensiva militare» a Rafah, ha dichiarato il presidente della Corte Nawaf Salam. Un ordine sostenuto da 13 dei 15 giudici del tribunale. Solo l’israeliano Aharon Barak e la vicepresidente Julia Sebutinde hanno votato contro.
Secondo i giudici dell’Aia l’ordine è dettato dal cambiamento della situazione sul terreno con 800mila persone sfollate dalla città al confine con l’Egitto a partire dal 18 maggio scorso. Le misure provvisorie ordinate dalla Corte a marzo, ha spiegato Salam, non hanno affrontato pienamente la situazione nell’enclave palestinese. Da qui la scelta di disporre nuove misure d’emergenza a carico d’Israele, chieste la scorsa settimana dal Sudafrica. È stata nuovamente Pretoria, già protagonista del processo avviato davanti alla Cig contro Israele per genocidio, a ricorrere al tribunale dell’Aia.
Secondo i media israeliani, gli Stati Uniti sosterranno le ragioni di Gerusalemme contro la decisione della Cig. Allo stesso tempo è probabile che la maggior parte dei governi occidentali si schieri a favore della sentenza della Corte, e alcuni potrebbero anche imporre sanzioni a Israele se dovesse disobbedire agli ordini.
Tra le misure disposte, anche l’apertura del valico di Rafah tra l’Egitto e Gaza per consentire l’ingresso di aiuti umanitari. La Corte ha poi chiesto di consentire «l’accesso senza ostacoli a qualsiasi organismo investigativo incaricato dalle Nazioni Unite».
Al termine della lettura della sentenza, il presidente Salam ha espresso grave preoccupazione per la sorte degli ostaggi israeliani ancora in mano ai terroristi palestinesi e ha chiesto il loro rilascio immediato e incondizionato.
L’Autorità nazionale palestinese e Hamas hanno accolto con favore la decisione dei giudici dell’Aia.
La Corte è l’organo più alto delle Nazioni Unite per le controversie tra gli Stati, a differenza della Corte penale internazionale (Cpi) che persegue crimini compiuti da singoli individui. È stato il procuratore capo della Cpi, con sede sempre all’Aia, a chiedere lunedì il mandato d’arresto per il premier Benjamin Netanyahu e per il ministro della Difesa Yoav Gallant.