LAG BA OMER – Una guida del 1601 stampata a Venezia, in yiddish

Stampato nel 1601 a Venezia, il Sefer haMinhagim (Libro delle consuetudini), ora parte della collezione della National Library of Israel (NLI), è in yiddish. Pur se non utilizzato frequentemente per la letteratura rabbinica, il giudeo-tedesco era allora una delle lingue più comuni tra gli ebrei italianii, si legge sul blog della NLI. Il Sefer haMinhagim è stato probabilmente progettato con uno scopo didattico, e partendo dall’idea che i suoi destinatari potessero avere qualche difficoltà con la lettura, forse anche per giovane età. Ne sono prova le molteplici xilografie che illustrano, a volte anche drammatizzando, gli aspetti pratici della vita e dei costumi dell’epoca. Particolarmente interessante è la prima documentazione nota dell’uso di tagliare i capelli a Lag baOmer, una tradizione che probabilmente si collega alla fine del periodo di lutto per la morte dei discepoli di Rabbi Akiva. Anche se alcuni studiosi ritengono fossero morti durante la rivolta di Bar Kokhba, la tradizione racconta che fossero stati colpiti da una malattia, puniti per l’incapacità di trattarsi reciprocamente col dovuto rispetto.of Israel (NLI), è in yiddish. Pur se non utilizzato frequentemente per la letteratura rabbinica, il giudeo-tedesco era allora una delle lingue più comuni tra gli ebrei italianii, si legge sul blog della NLI. Il Sefer haMinhagim è stato probabilmente progettato con uno scopo didattico, e partendo dall’idea che i suoi destinatari potessero avere qualche difficoltà con la lettura, forse anche per giovane età. Ne sono prova le molteplici xilografie che illustrano, a volte anche drammatizzando, gli aspetti pratici della vita e dei costumi dell’epoca. Particolarmente interessante è la prima documentazione nota dell’uso di tagliare i capelli a Lag baOmer, una tradizione che probabilmente si collega alla fine del periodo di lutto per la morte dei discepoli di Rabbi Akiva. Anche se alcuni studiosi ritengono fossero morti durante la rivolta di Bar Kokhba, la tradizione racconta che fossero stati colpiti da una malattia, puniti per l’incapacità di trattarsi reciprocamente col dovuto rispetto.