SOCIETÀ – Jacques Tarnero: «Ebrei stranieri sulla Terra?»

Tutto torna. Dall’Onu alla Corte penale internazionale (Cpi) dall’Unione europea col suo ministro degli Esteri, dalla facoltà Sciences-Po a Parigi, ai campus americani, tutto punta allo Stato ebraico come principale responsabile delle disgrazie del mondo. Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu si osserva un minuto di silenzio all’annuncio della morte accidentale del presidente iraniano mentre a Teheran vengono accesi fuochi d’artificio per festeggiarne la scomparsa. Il procuratore della Cpi propone di incriminare il primo ministro israeliano per crimini contro l’umanità… È una parte dell’elenco stilato da Jacques Tarnero, saggista e documentarista francese specializzato nello studio di razzismo, antisemitismo e Islam in un artcolo su la Tribune Juive. Ricercatore presso la Cité des sciences et de l’industrie, ex presidente della Commission d’études politiques del Conseil représentatif des institutions juives de France (Crif), Tarnero descrive quello che chiama il «nuovo partito anti ebraico» francese, raccontando come sia capace di attrarre a sé tutti coloro che, altrimenti frustrati, sventolano i propri buoni sentimenti «al servizio della causa delle cause».

L’odio
Ed elenca: «C’è chi detesta Israele, c’è chi odia Israele perché combatte i suoi nemici, c’è chi odia Israele perché è sopravvissuto a tutti coloro che volevano farlo scomparire. C’è chi odia Israele perché si chiama Israele. C’è chi odia Israele perché è abitato (tra gli altri) da ebrei. Ci sono quelli che odiano Israele e non capiscono perché e come mai questo Paese sia più intelligente di loro. Ci sono quelli che odiano Israele perché ne sono gelosi. C’è chi invidia Israele per la sua immaginazione, per la sua energia, per la sua creatività. Ci sono quelli che odiano Israele perché questo li rimanda alla loro stessa disattenzione. C’è chi odia Israele perché incarna tutto ciò che manca loro. C’è chi odia Israele perché incarna la libertà. Ci sono quelli che odiano Israele perché il suo popolo li rimanda alla propria miseria psichica…».
Poi, continua, ci sono anche coloro che hanno fatto dell’odio nei confronti di Israele la propria ragion d’essere. E il 7 ottobre diventa simbolo del ritorno di questa pulsione di morte, in opposizione totale a quello che in ebraico si dice per brindare: “le haim!”, “alla vita”.

Il Bene e il Male
È qualcosa che va nella direzione opposta dell’idea stessa della Legge, una trasformazione del Male in Bene, un capovolgimento che si sta trasformando in un presente nauseante e nauseabondo. Un tempo in cui paiono vincere gli amanti della forza, della conquista, della schiavitù, della sottomissione e dell’idolatria. Festeggiare il massacro degli ebrei è il tentativo di cancellare quello che l’ebraismo per primo, con i Dieci Comandamenti, ha posto ad arginare la barbarie, i Dieci Comandamenti che sono arrivati a permettere la libertà dal Male. L’idea stessa che sia “vietato vietare” , sottolinea Tarnero, è stata devastante, portando a un caos spirituale di cui paghiamo ancora oggi il prezzo. Il malessere delle civiltà porta inevitabilmente allo scontro, e perché la Storia possa avere un finale diverso da quello scontro atomico che pare avvicinarsi a grandi passi, scrive, coloro che hanno ancora qualche neurone attivo dovrebbero aprire gli occhi.