NAPOLI – Il ricordo di Ascarelli in un libro e in un film
«L’importanza del momento e la maggiore dignità cui il nostro sodalizio è chiamato mi suggeriscono un nome nuovo, nuovo e antico come la terra che ci tiene, un nome che racchiude in sé tutto il cuore della città alla quale siamo riconoscenti per averci dato natali, lavoro e ricchezza».
Sulle ceneri del Foot-Ball Club Internazionale-Naples, nasceva nell’agosto del 1926 la gloriosa storia dell’Associazione Calcio Napoli. Queste le parole con cui il suo presidente, il filantropo ebreo Giorgio Ascarelli, dava inizio a un’avventura non soltanto sportiva di primo livello, confermata dal terzo scudetto vinto dalla società partenopea la scorsa primavera. A 32 anni Ascarelli aveva la città ai suoi piedi, amato come pochi presidenti nella storia del calcio. Amato, osannato, ma poi purtroppo anche a lungo dimenticato per via dell’entrata in vigore delle leggi razziste che nel 1938 cancellarono quella radice ebraica dal Napoli e da Napoli. Una rimozione postuma e feroce, post-mortem, visto che Ascarelli era scomparso prematuramente otto anni prima per colpa di una peritonite. L’eroe di un tempo diventava un paria, un nome impronunciabile.
Restituisce un ritratto della sua vita e delle sue intuizioni che andarono molto oltre il calcio il libro Ascarelli. Una storia italiana (Edizioni dell’Ippogrifo), scritto dal giornalista Nico Pirozzi, presidente dell’Associazione Memoriæ-Museo della Shoah e promotore di una conferenza stampa in programma martedì mattina nella sede del Sindacato Giornalisti della Campania, nel 130esimo anniversario dalla nascita di Ascarelli. Il volume approfondisce non soltanto la storia di Giorgio, ma anche quella di tanti suoi familiari distintisi nel contesto cittadino e nazionale. Tra fine Ottocento e inizio Novecento «il cognome Ascarelli si è indissolubilmente coniugato con tantissimi vocaboli: lavoro, sport, cultura, religione, politica, arte, genialità e, soprattutto, mecenatismo», scrive l’autore. In quest’ottica «la nascita del primo vero club azzurro è solo una, e manco la più importante, tra le iniziative poste in essere dal ramo partenopeo degli Ascarelli». Accanto a Pirozzi siederà il giornalista Claudio Della Seta, coautore assieme al regista argentino Gabriel Sagel e allo sceneggiatore Gianluca Potenziani di un docufilm basato sugli unici filmati familiari di Ascarelli. Siamo tra 1928 e 1929, l’obiettivo è puntato sulla villa di Posillipo dalla quale non molti mesi dopo sarebbe partito il corteo funebre dell’ancor giovane imprenditore, diretto al cimitero ebraico locale. L’obiettivo, racconta Della Seta, «è trovare un produttore napoletano che investa nel progetto». Per il momento sarà presentato un breve teaser del docufilm, di cui sarà anche svelato il titolo.
(Giorgio Ascarelli nella villa di Posillipo, dal docufilm)