PSICANALISI – Salta convegno per presenza israeliani. Zoja: occasione persa

Il 9 giugno a Roma si sarebbe dovuta tenere una conferenza internazionale intitolata “Trauma personale e collettivo, condivisione di punti di vista ed esperienze professionali”. Doveva essere un confronto tra esperti di Italia, Israele e Gran Bretagna per parlare dei traumi del 7 ottobre e delle terapie per aiutare adulti e bambini a superarli. Sul tavolo non c’erano questioni politiche, eppure la conferenza, per la presenza di professionisti israeliani, è stata cancellata. Ne ha dato notizia negli scorsi giorni la New Israeli Jungian Association, promotrice dell’iniziativa che aveva il patrocinio dell’Associazione italiana di psicologia analitica (Aipa) e dall’Associazione per la ricerca in psicologia analitica (Arpa). A far saltare il tutto sono state le critiche interne mosse dai soci dell’Aipa e così l’occasione di confronto è stata cancellata. «I colleghi hanno le loro ragioni, ma è un’occasione persa», riflette Luigi Zoja, già presidente dell’associazione internazionale degli analisti junghiani, tra i relatori del convegno saltato. «Gli analisti dovrebbero rappresentare una sorta di élite della coscienza intesa come consapevolezza. Invece in questo caso, per paura di scontri, c’è stata un’abdicazione da questo ruolo», spiega ancora Pagine Ebraiche Zoja, che è psicanalista e sociologo.
Per il 9 giugno Zoja aveva preparato un’intervento sulla «Percezione dell’identità ebraica in un non ebreo». Una riflessione legata all’atmosfera attuale e all’ondata di antisemitismo che si è diffusa anche in Italia dopo il 7 ottobre, con particolare riferimento alla paranoia. «Il paranoico concentra tutta la mente sulla ricerca di una responsabilità e poi la proietta all’esterno. Le responsabilità esistono, ma non sono mai personali, è sempre qualcun altro la causa. C’è sempre un capro espiatorio», sottolinea Zoja. «Questa patologia non è propria solo degli individui, ma anche delle masse. È un fenomeno che ritroviamo nella storia umana lungo i secoli, dalle società tribali al nazismo. Quando ci sono tensioni forti e non c’è una capacità di elaborazione, il moto semplificatorio della psiche porta a scaricare tutto sull’esterno, sull’altro. Ed è un fenomeno contagioso». La vittima designata di questo scarico di tensioni collettive, spiega l’autore di Paranoia. La follia che fa la storia (Bollati Boringhieri), è molto spesso l’ebraismo. E le dinamiche in corso tra Israele e Gaza hanno fatto riemergere con forza questo meccanismo. «Questo al di là dei giudizi politici sull’attuale governo israeliano, che personalmente considero terribile. L’attuale disputa in Medio Oriente mette in luce fenomeni infinitamente più antichi».