COMICS&JEWS – Il Racconto della Roccia

«Avevo in mente da tempo il nucleo della storia: un paese a maggioranza musulmana con una presenza ebraica forte, l’interazione tra le due comunità, e volevo dei protagonisti bambini». Benedetta D’Incau – che si firma BeneDì – è fresca vincitrice del BRAW, il premio della Bologna Children’s Book Fair assegnatole per Il Racconto della Roccia, pubblicato da Coconino. Partendo dalla conoscenza dell’ebraismo sefardita, BeneDì si è messa a fare ricerche: «Mi interessavano i modelli di convivenza fra due mondi e le comunità ebraiche del mondo arabo, che nel mondo del fumetto compaiono pochissimo». Ha individuato lo Yemen e recuperato materiale iconografico grazie a un docente dell’università di Napoli che l’ha guidata alla scoperta della vita nel nord del paese. Nei villaggi tra le due comunità c’era osmosi, e parità, cosa più rara nella capitale. E poco prima del crollo dell’impero ottomano gli europei iniziavano a scoprire lo Yemen, a raccontarlo e a fotografarlo. L’autrice ha dedicato sei mesi alla ricerca storiografica, quasi un anno per definire lo storyboard e altri due per disegnare e inchiostrare le tavole. «Mi premeva anche raccontare come le donne si sappiano appropriare della storia e abbiano la capacità di riscriverla. Per superare un momento di crisi sanno scardinare strutture organizzative cristallizzate negli anni e infrangere le regole delle comunità. Un esempio è stata la presenza femminile lavorativa nella Prima guerra mondiale, che è stata possibile proprio a causa della guerra, ed è scomparsa alla sua fine… qualcosa resta sempre nella percezione globale, però, è molto difficile poi tornare indietro. Un’idea del genere non la sceglierei come cardine di un fumetto, per me è importante intrattenere i lettori, creare un momento di sospensione. Se la riflessione diventa il perno di tutto, allora si crea qualcosa di diverso, è un lavoro più programmatico, meno flessibile, e io voglio che la storia sia principe».

a.t.