DAI GIORNALI DI OGGI –
Bokertov 29 maggio 2024

Il riconoscimento unilaterale della Palestina da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda produce effetti anche in Italia, con «le opposizioni unite in pressing» sul governo Meloni affinché faccia lo stesso (Repubblica). Nel Pd intanto «esplode il caso Tarquinio», segnala tra gli altri il Giornale, alludendo alla proposta dell’ex direttore di Avvenire e candidato del partito alle Europee di «sciogliere» la Nato e l’alleanza con Israele.

La Stampa propone un reportage dall’Università di Torino, dove l’occupazione dei gruppi propal «è sfociata in atti vandalici e scritte su muri, vetri e porte». Penalizzata anche la didattica, visto che «il blocco delle lezioni dura da quasi tre settimane». Ieri manifestanti propal hanno occupato i binari della stazione ferroviaria di Bologna, provocando vari disagi. Libero li definisce «tifosi di Hamas».

«In occidente impazza il boicottaggio culturale d’Israele», racconta il Foglio. «Il festival cinematografico israeliano Shalom Europa è stato cancellato a Strasburgo dal consiglio comunale. Un festival svedese ha cancellato l’invito alla regista israeliana Aleeza Chanowitz. Un festival cinematografico israeliano a Barcellona è stato costretto a cambiare sede all’ultimo minuto dopo minacce di attivisti antisraeliani».

Il Corriere della Sera pubblica un intervento dello scrittore israeliano Etgar Keret. Secondo Keret, «le accuse di genocidio possono essere contestate, ricordando al mondo, se ve ne fosse ancora bisogno, l’inconcepibile efferatezza di Hamas». Eppure, a suo dire, «ben pochi sono in grado di sostenere seriamente che Israele, sotto il governo estremista di Netanyahu, sia lo stesso Paese che il mondo ha conosciuto nei suoi 76 anni di esistenza».

«Netanyahu ha bisogno di armi, non di affetto», scrive Fiamma Nirenstein in un’analisi sul Giornale sull’operato del premier. «Lui sente che essere Netanyahu è portare dentro lo stato ebraico. Vive le contraddizioni moderne, il jet set, una famiglia controversa: ma al nocciolo è un combattente, la cui idea di Israele è identica a quella di Ben Gurion».

«L’antisemitismo ha molte facce», denuncia David Meghnagi sul Foglio. «Analogamente a quanto accadeva un tempo con la richiesta agli ebrei di convertirsi per ‘liberarsi’ da una ‘colpa’ ontologica, che si trasmetteva da una generazione all’altra, l’antisemitismo si manifesta oggi con la richiesta agli ebrei di rompere ogni legame di solidarietà con Israele». Di fatto, riflette lo studioso, «una richiesta di suicidio morale».