BOLOGNA – De Paz: Gesto sindaco non è di pace

«Servirsi del bene pubblico per promuovere la causa palestinese nel presente conflitto a Gaza, in un contesto di crescente violenza e manifestazioni sempre più di carattere squadrista, è un gesto non di pace».
È ferma la presa di posizione della Comunità ebraica di Bologna guidata da Daniele De Paz rispetto all’iniziativa del sindaco Matteo Lepore che ha esposto la bandiera palestinese sulla facciata del palazzo comunale. «Un’implicita adesione allo slogan ‘dal Giordano al mare’ e quindi alla volontà genocidaria di Hamas», accusano in una nota congiunta il Consiglio della Comunità e il Museo ebraico. «Questo», denunciano, «è un incitamento all’antisemitismo, che mette in forte pericolo la presenza ebraica ed israeliana nella nostra città e non giova nemmeno ai palestinesi».
Nella nota si legge che, «come cittadini che aderiscono ai principi etici e culturali europei e occidentali, pensiamo sia giusto riconoscere i diritti dei palestinesi ad avere il loro stato, ma nell’ambito di un percorso di reciproco riconoscimento e di volontà di pace». Le occasioni perse d’altronde non si contano: «Non possiamo scordarci che ai palestinesi fu offerto uno stato nel 1947, nel 1967, nel 1979 e che nel 2000 a Camp David, alla presenza di Bill Clinton, Arafat rifiutò l’offerta di Ehud Barak; e che ancora nel 2008 Abu Mazen rifiutò uno dei piani di pace in assoluto più avanzati, offerto da Ehud Olmert; entrambi i piani, con diverse sfumature, prevedevano la costituzione di uno Stato palestinese con Gerusalemme est capitale, con la restituzione del 93% della Cisgiordania». I vertici dell’ebraismo bolognese si dichiarano «addolorati nel constatare che il Comune di Bologna riporta automaticamente solo le versioni di una parte (Hamas), senza tentare di ricostruire la realtà anche sulla base delle posizioni israeliane». Così come, sottolineano Comunità e Museo ebraico, «siamo colpiti da come l’opinione pubblica si aspetti che in una guerra che Israele non ha scatenato le vittime debbano essere ‘equilibrate’ (cosa che ben raramente accade in guerra) e che non tenga conto che Hamas usa cinicamente i palestinesi come scudi umani e si avvalga del numero di vittime come di un punto a suo favore».