DAI GIORNALI DI OGGI –
Bokertov 4 giugno 2024

Una strada in salita. Un cammino tortuoso. Sono le espressioni con cui La Stampa introduce «il percorso di approvazione dell’accordo per tregua e liberazione ostaggi annunciato venerdì dal presidente americano Biden». L’argomento è in evidenza su varie testate, con al centro anche alcune apparenti incomprensioni tra i governi Washington e Gerusalemme. «Tregua, da Netanyahu un sì a metà», titola Repubblica. Così il Corriere della Sera: «Pace o (altra) guerra? Il dilemma di Bibi in un Paese spaccato». Ieri intanto altri quattro ostaggi sono stati dichiarati morti. Si tratta di Chaim Peri, Yoram Metzger, Amiram Cooper e Nadav Popplewell.

È tempo di isolare l’Iran, chiede l’ex segretario di Stato Usa Mike Pompeo sulle pagine del Giornale. Il regime iraniano, sottolinea Pompeo, «è il principale sponsor del terrore e un paria in tutto il mondo». Per questo, aggiunge, «la nostra compassione dovrebbe essere riservata solo al popolo iraniano che soffre da tempo».

Si è svolta a Parigi una iniziativa contro l’antisemitismo promossa da Bernard-Henri Lévy, in cui il filosofo francese ha parlato di Europa «sul bordo del precipizio». Sulla prima pagina di Repubblica l’intervento tenuto dal direttore del quotidiano Maurizio Molinari, che ha affermato: «L’antisemitismo prende di mira gli ebrei, ma la Storia ci insegna che rappresenta una minaccia contro tutti coloro che amano la libertà e la democrazia».

Vari giornali, tra cui Foglio, Messaggero e Tempo, riprendono una notizia di Pagine Ebraiche su un convegno di psicanalisti cancellato a Roma per la presenza di alcuni studiosi israeliani. «Gli analisti dovrebbero rappresentare una sorta di élite della coscienza intesa come consapevolezza. Invece in questo caso, per paura di scontri, c’è stata un’abdicazione da questo ruolo», aveva detto a Pagine Ebraiche l’ex presidente dell’associazione internazionale degli analisti junghiani Luigi Zoja.

Studenti dell’università di Edimburgo hanno chiesto all’ateneo di boicottare Israele e la sua cultura. Un tema non nuovo a quelle latitudini. Repubblica riprende una lettera aperta di qualche anno fa di Denis MacEoin, esperto di affari del Medio Oriente e già caporedattore della rivista Middle East Quarterly. «La vostra generazione ha il dovere di vigilare affinché il razzismo perpetuo dell’antisemitismo non metta mai radici fra di voi», scriveva MacEoin, scomparso nel 2022. «Oggi ci sono segnali evidenti che queste radici hanno attecchito e che si stanno diffondendo».

«Dirsi apertamente antisionisti significa dichiarare che ci si oppone all’idea che gli ebrei abbiano diritto all’autodeterminazione nazionale», spiega il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera in una intervista con l’Unità. «Il che non può essere definito in altro modo se non come antisemitismo».

Durante il presidio in solidarietà agli ostaggi svoltosi ieri a Milano la Comunità ebraica ha contestato le posizioni nel merito del sindaco Beppe Sala. «Comunità contro Sala: sta coi palestinesi», titola Libero. Mentre per quanto riguarda la mobilitazione studentesca anti-Israele il Foglio accusa: «Il Pd di Schlein strizza l’occhio agli universitari che parlano di genocidio e chiedono boicottaggi».

Allarma vari osservatori l’evocazione disinvolta della X Mas da parte di esponenti della destra sovranista italiana, candidati alle prossime Europee. Ne scrive tra gli altri lo storico Giovanni De Luna sulla Stampa, lanciando un allarme: «Giocare con la X Mas riduce la Storia a farsa»