ROMA – Dal Tevere a Gerusalemme, una connessione nel segno dell’arte
Due capitali culturali e spirituali del mondo. Un tempo distanti, oggi vicine, legate sempre e comunque da un filo. È questo il significato dell’opera “Seconda Casa (Gerusalemme – Roma)” dell’artista israeliano Micha Ullman, con due clessidre speculari e un punto comune di convergenza.
Realizzata in occasione del Giorno della Memoria del 2004, rimossa per errore dall’amministrazione comunale, l’opera è stata reinaugurata stamane in via del foro Olitorio a Monte Savello, in prossimità dell’ex ghetto. A 80 anni dalla Liberazione di Roma dal nazifascismo e a 57 dalla unificazione di Gerusalemme.
Una scelta non casuale, come ha spiegato la direttrice del Centro di Cultura della Comunità ebraica Giorgia Calò, sottolineando «la connessione» di cui quest’opera «scavata nella pietra» e «appena percettibile» è l’emblema. Si è così realizzata la volontà di un gruppo di lavoro di cui ha fatto parte anche la rappresentanza diplomatica israeliana a Roma, come attestato dalla presenza alla cerimonia dell’ambasciatore Alon Bar e dell’addetta culturale Maya Katzir. «Ricordiamo oggi la riconquista della libertà per Roma, ma anche il successivo ritorno nell’alveo di Israele», ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun. «Il 5 giugno commemoriamo anche un altro evento, l’ultimo pogrom degli ebrei di Libia, che segnò la fine di quella comunità e l’inizio di una nuova speranza anche a Roma».