ROMA – Il ricordo di Morris Kertzer, rabbino liberatore

A ottant’anni dall’ingresso delle truppe alleate in città, il Centro Studi Americani di Roma ha ospitato un incontro di storici e testimonianze introdotto dal direttore del centro Roberto Sgalla e coordinato da Paolo Masini, ideatore del progetto “Il civico giusto”. In sala numerosi studenti delle scuole superiori della capitale che hanno partecipato al progetto “Laboratorio di Storia”, guidati dalla dirigente scolastica Maria Grazia Lancellotti del liceo Orazio.
Il premio Pulitzer David Kertzer ha condiviso le memorie di suo padre, il rabbino Morris N. Kertzer, cappellano militare dell’esercito americano giunto a Roma con l’esercito: la sera del 9 giugno 1944 celebrò insieme ai rabbini romani il primo Shabbat in occasione della riapertura del Tempio Maggiore. «Una serata carica di significati, impossibile da dimenticare e ancora viva nell’immaginario di tanti ebrei romani. Sono cresciuto con questi racconti, che naturalmente hanno inciso nella mia vita e nella mia consapevolezza», raccontava in passato lo storico a Pagine Ebraiche. Nelle settimane precedenti Kertzer aveva officiato le funzioni della Pasqua ebraica nell’esercito Usa e seppellito alcuni soldati ebrei nel cimitero alleato di Nettuno.
L’ingegner Sergio Di Veroli ha poi proposto al pubblico giovanile i suoi ricordi di bambino ebreo, allorché dalle finestre di via Appia Nuova, dove era nascosto insieme alla famiglia, testimoniò la fuga dei nazisti e l’arrivo delle truppe americane. Sono intervenuti tra gli altri anche lo storico Riccardo Sansone, studioso delle reti di Resistenza clandestina nei quartieri di Roma, Cristiano Migliorelli dell’Archivio Luce e Roberto Balzani, presidente del Museo Storico della Liberazione. All’incontro, seguito dalla proiezione di un documentario Rai, ha partecipato anche Massimo Pronio per la rappresentanza in Italia della Commissione europea.

(Foto: Maurizio Riccardi)