GERUSALEMME – Armida e Rinaldo a teatro, con la regia di Miriam Camerini

Un cronista cristiano, ripercorrendo la carneficina compiuta dai soldati del “Deus vult” nella prima crociata, scrisse estasiato: «Uccidevano e uccidevano fino al tempio di Salomone, dove il massacro era così grande che i nostri uomini guadavano il sangue fino alle caviglie». Scene d’orrore del luglio del 1099, momento spartiacque nella storia della città e nervo ancora scoperto nei rapporti tra Occidente e Oriente. Torquato Tasso ne avrebbe tratto ispirazione per la sua Gerusalemme liberata, uno dei capolavori dell’epica cinquecentesca, cui avrebbe guardato a sua volta il compositore faentino Giuseppe Sarti (1729 – 1802) per la sua opera Armida e Rinaldo.
Una storia di “amore e guerra” in arrivo al teatro di Gerusalemme, dove sarà rappresentata giovedì 13 giugno in prima assoluta, con la direzione della regista milanese Miriam Camerini. La rappresentazione prende le mosse dalla trama immaginata dal Tasso, che ci racconta dell’intrepido Rinaldo e dell’incantesimo di cui è vittima per mano della maga Armida, regina di Damasco, che utilizza i suoi poteri nel tentativo di salvare Gerusalemme, finendo poi per innamorarsi lei stessa dell’antagonista. L’incantesimo si spezzerà con l’entrata in scena di Ubaldo, compagno d’armi di Rinaldo, che lo “libererà” dalla magia. «In tempo di guerra, la nostra sarà una riflessione sulle ragioni della guerra. Non abbiamo tesi da proporre, ma solo domande e interrogativi da suscitare», racconta Camerini. «D’altronde è quello che da sempre ci spinge a fare l’ebraismo, una identità in costante ricerca». Nella rivisitazione dell’opera di Sarti, scritta alla corte di Caterina la Grande, non mancheranno alcuni riferimenti all’attualità. «Ci sarà ad esempio un soldato dotato di uno scudo che è in realtà uno specchio, rivolto verso il pubblico in sala. Sarà un modo per porre una domanda che attraversa l’umanità da millenni: perché la guerra invece dell’amore? Le risposte possibili sono molteplici – la necessità di difendere i propri cari, la spinta a seguire un’ideologia, il desiderio di vendetta – e ciascuna sarà rappresentata da un personaggio, con un cartello in mano». La rappresentazione è stata commissionata prima del 7 ottobre «e trovo significativo che sia stata confermata anche in questo particolare momento storico, in cui vicino a Gerusalemme si combatte di nuovo: non bisogna mai smettere di porci delle domande».

a.s.