ISRAELE – Studio smentisce dati su mancati aiuti a Gaza
Israele ha rispettato e superato gli standard internazionali per la fornitura di aiuti umanitari a Gaza. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università Ebraica di Gerusalemme assieme all’Università Ben Gurion di Beer Sheva. L’indagine prende in esame gli aiuti entrati a Gaza attraverso i valichi di frontiera israeliani tra il gennaio e l’aprile di quest’anno. Secondo i ricercatori, nell’enclave sono entrati beni alimentari sufficienti a soddisfare i requisiti pro capite di sicurezza nutrizionale stabiliti da Sphere Standards, il codice internazionale punto di riferimento per la sicurezza nutrizionale nelle zone di guerra. Lo studio ha preso in esame i dati del Cogat, l’autorità del ministero della Difesa che si occupa dei territori palestinesi. I risultati indicano un aumento del 53% delle consegne di cibo a Gaza da gennaio ad aprile.
Le accuse di grave insicurezza alimentare, malnutrizione e carestia sono parte dei procedimenti in corso contro Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale.
«I nostri risultati dimostrano chiaramente che Israele sta rispettando gli impegni presi per consentire il trasporto di aiuti nutrizionali adeguati alla popolazione di Gaza durante questa emergenza», ha dichiarato a ynet Aron Troen della facoltà di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università Ebraica.
Nell’indagine si prendono in esame anche le motivazioni del perché in diversi casi gli aiuti, una volta entrati a Gaza, non siano arrivati ai destinatari. E tra i motivi principali ci sono i sequestri compiuti dai terroristi di Hamas e i saccheggi ai convogli da parte della popolazione. «Vorremmo vedere dei miglioramenti nella consegna di cibo a Gaza e che Hamas sia ritenuta responsabile di averla ostacolata», ha aggiunto Troen. «Dov’è l’autorità palestinese? Ha responsabilità nell’affrontare questo grave problema? Se la Palestina è uno stato, allora ha degli obblighi tanto quanto Israele».
Il docente, che ha guidato la ricerca, conclude: «Non nego che a Gaza ci siano gravi sofferenze e grandi necessità. Ma se siamo parte di una comunità che crede nella difesa dei diritti umani, allora è possibile farlo su informazioni reali e non sull’uso scarse notizie, che diventano disinformazione e infine demonizzazione di Israele»