SHMUEL TRIGANO – Ombre sul futuro degli ebrei d’Europa

Vede un futuro problematico per gli ebrei d’Europa Shmuel Trigano, professore emerito di Sociologia all’Università Paris X-Nanterre e fondatore del Collegio di studi ebraici dell’Alliance Israélite Universelle. Autore di importanti opere di sociologia, filosofia, religione e psicoanalisi, Trigano è una delle voci più influenti della cultura francese. È da poco uscito il suo nuovo libro, Le chemin de Jérusalem, in cui denuncia l’isolamento di Israele e di riflesso del mondo ebraico della diaspora. Un tema spartiacque in vista delle elezioni europee e dei nuovi assetti di potere che emergeranno dalle urne. A prescindere dai risultati «un’epoca è finita» e sarà bene tenere la guardia sempre più alta per l’impatto potenzialmente devastante del conflitto in Medio Oriente, spiega a Pagine Ebraiche rispondendo da Israele.
Tante le insidie, rileva lo studioso: «Le principali minacce provengono innanzitutto dall’evoluzione del quadro europeo, intrinsecamente fragile, che incide sulla condizione strategica delle comunità. Vengono poi dall’antisemitismo di antica radice importato dai migranti, un antisemitismo islamico che ha trovato nell’odio verso Israele un modo per nascondersi e avanzare sul terreno politico: le attuali manifestazioni sono d’altronde promosse da giovani musulmani con kefiah e velo. Parimenti abbiamo trascurato il fatto che università come al-Azhar al Cairo e la tunisina Zitouna abbiano decretato legalmente la guerra santa contro gli ebrei; a livello mondiale come possiamo vedere. Il pericolo arriva ancora dalle prese di posizione contro Israele da parte delle autorità internazionali, ad esempio i tribunali dell’Aia, che fanno degli ebrei ovunque e in modo imprevedibile dei ‘paria’ globali». Preoccupa Trigano anche la minaccia proveniente dall’estrema sinistra: «In Francia la ‘Palestina’ è diventata il principale argomento di dibattito alle elezioni europee, con il partito LFI di Jean-Luc Mélenchon che ha adottato una posizione filo-islamica e oggettivamente antisemita per preservare il proprio elettorato musulmano». Ma cosa è oggi l’antisemitismo, come classificarlo rispetto ai precedenti storici? «Fino ad oggi si sono susseguite nella storia varie forme di odio verso gli ebrei», risponde Trigano. «L’antigiudaismo cristiano, poi islamico, l’antisemitismo specifico dell’età democratica, l’antisionismo ‘anticolonialista’. Oggi entriamo nell’era postmoderna. Il ‘palestinismo’ innesca un odio impazzito contro gli ebrei: invoca il popolo palestinese, il genocidio, l’apartheid, ma tutto è falso. Quando queste persone scandiscono lo slogan ‘dal fiume al mare’ non sanno né di quale popolo né di quale fiume parlano. È un odio insensato e quindi estremamente pericoloso. Può manifestarsi ovunque, all’improvviso. Questa isteria collettiva finirà per rivoltarsi contro gli ebrei in quanto ebrei». Nel frattempo i palestinesi sono diventati una sorta di «nuovo popolo messianico, l’idolo del pensiero woke». C’è una fonte di antisemitismo “globale” nel postmodernismo, riprende il ragionamento Trigano, evocando nel merito la «dottrina dell’intersezionalità che stabilisce una somiglianza tra tutte le condizioni ‘dominate’, intercambiabili di fronte all’oppressore ‘ebreo’ che ricalca l’archetipo del ‘bianco’: tutti questi odi si sommano e finiscono per pesare in modo grave sugli ebrei». Hamas sembra intanto vincere la “guerra” della comunicazione: «Hamas ha reinventato il modello delle invasioni musulmane in Europa: crudeltà, presa di ostaggi, schiavitù sessuale e decapitazioni: questi atti dimostrano che le vittime non sono considerate degli esseri umani». Forse, continua Trigano, «avrete notato nella sua propaganda un tratto tipico dell’odio verso gli ebrei: la messa in risalto dei bambini e delle donne palestinesi che sarebbero stati uccisi gratuitamente dall’esercito israeliano, come testimonianza della crudeltà degli ebrei e delle ragioni quindi per ucciderli». Al riguardo, rammenta Trigano, si è sentito dire durante la guerra nel nord di Gaza «che Israele aveva ucciso 32.000 bambini: una cifra inventata presa però per verità dai media occidentali». Ciò ha veicolato la riproposizione «delle classiche figure dell’odio, risvegliando una sindrome arcaica nei confronti degli ebrei di oggi».

(L’intervista integrale sul numero di giugno di Pagine Ebraiche)

(Il disegno è di Giorgio Albertini)

Adam Smulevich