ISRAELE – Blinken ci crede: tregua più vicina?
Stringe le mani delle famiglie degli ostaggi, invita ad avere fiducia ed esprime un cauto ottimismo. Il segretario Usa Antony Blinken, nella sua ottava missione in Israele dal 7 ottobre, spera di riuscire a portare a casa il risultato più importante per Washington: un accordo per un cessate il fuoco a Gaza in cambio del rilascio dei rapiti. Il premier Benjamin Netanyahu, ha dichiarato ai giornalisti Blinken, «ha confermato l’impegno a favore dell’intesa». E da Hamas sono arrivati segnali interpretati come un’apertura. Il gruppo terroristico ha accolto con favore la risoluzione appena approvata all’Onu per un cessate il fuoco. «La risposta di Hamas è un segno di speranza», ha commentato il capo della diplomazia americana. «Stiamo lavorando ogni minuto per riportare tutti a casa, il voto in Consiglio di Sicurezza parla da solo, è quello che tutti vogliono», ha aggiunto, parlando con alcune famiglie degli ostaggi.
Ai mediatori, Egitto e Qatar, non sono arrivate risposte ufficiali da nessuna delle due parti. Un alto funzionario del governo di Gerusalemme, parlando all’emittente Kan, ha chiarito che «Israele non porrà fine alla guerra prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi: l’eliminazione delle capacità militari e governative di Hamas, il ritorno degli ostaggi e la promessa che Gaza non rappresenterà più una minaccia». Punti, ha aggiunto il rappresentante governativo, che lo schema presentato dal presidente Usa Joe Biden «permette di soddisfare».
L’ostacolo è il modo di agire di Hamas, come testimoniano le notizie riportate in esclusiva dal Wall Street Journal. Il quotidiano americano ha avuto accesso ad alcune conversazioni del capo del gruppo terroristico Yahya Sinwar con altri membri dell’organizzazione e con funzionari coinvolti nella mediazione con Israele. Dalle sue parole emerge una totale indifferenza per il destino dei civili. «Il calcolo brutale del capo di Gaza: lo spargimento di sangue tra i civili aiuterà Hamas», titola il WSJ, sintetizzando l’atteggiamento di Sinwar. L’uso di civili come scudi umani è una pratica consolidata per Hamas. E per il suo capo a Gaza tutti i palestinesi morti nel conflitto «sono sacrifici necessari».
Sempre secondo il WJS, obiettivo ultimo di Sinwar è ottenere un cessate il fuoco permanente che permetta a Hamas di dichiararsi vincitore in quanto «sopravvissuto» agli sforzi di Israele di distruggerlo. E così rivendicare la leadership sull’intero popolo palestinese.
Nel mentre la guerra continua. A Gaza il numero dei caduti israeliani è salito a 299. Nelle ultime 24 ore quattro soldati sono rimasti uccisi a Rafah e anche lo scontro con Hezbollah nel nord non conosce pausa.