FRANCIA – Presidente Crif contro estremismi ma Glucksmann sceglie il “Fronte popolare”
Mentre a Parigi e dintorni la campagna elettorale si infiamma, su due degli schieramenti in campo arriva il giudizio tranchant di Yonathan Arfi, il presidente del Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia (Crif). «L’antisemitismo non è una questione abbastanza importante per rinunciare a un’alleanza elettorale e a qualche seggio», ha denunciato su Twitter il numero uno del Crif a proposito del nuovo Fronte popolare nato a sinistra sulla spinta di Jean-Luc Mélenchon, spesso al centro dell’attenzione in questi mesi per quella che, parlando con Pagine Ebraiche, il sociologo Shmuel Trigano ha definito una linea politica «filo-islamica e oggettivamente antisemita». Arfi ha anche ironizzato sulla scelta del nome: «Questo non è il Fronte popolare, ma il NUPES bis». Un’allusione alla vecchia coalizione della sinistra, la Nouvelle Union populaire écologique et sociale, la NUPES appunto, creata alcuni anni fa in sostegno a Mélenchon.
Da Arfi è arrivato però un invito a prendere le distanze anche dal partito opposto al Fronte popolare, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Un accordo con l’estrema destra da parte dei Repubblicani, come auspicato dal loro ormai ex leader Éric Ciotti subito sfiduciato dai dirigenti del partito, sarebbe «un tradimento» dei valori incarnati dalla destra gollista, oltre che una scelta «indegna e pericolosa».
La politica fa intanto le proprie scelte. L’unico altro politico francese che può ritenersi soddisfatto per i consensi ottenuti alle europee, l’esponente socialista Raphael Glucksmann, ha aderito oggi al Fronte popolare. Dopo giorni di silenzio e riflessione, in una intervista radiofonica ha annunciato stamane che «l’unica cosa che conta è che il Rassemblement National non vinca queste elezioni e non governi questo paese». Imprescindibile a suo dire, per raggiungere questo risultato, «l’unione della sinistra». Una decisione non scontata, in ragione delle divergenze sull’alleanza con l’Ucraina (Glucksmann è un convinto amico di Kiev, lo stesso non si può certo dire di Melenchon) e in considerazione delle campagne anti-israeliane promosse da La France Insoumise. Glucksmann, che è ebreo, in maggio è stato aggredito da alcuni manifestanti propal che gli hanno lanciato contro vernice, uova e lattine. Nel comunicare la propria adesione all’alleanza di sinistra, Glucksmann ha espresso la necessità «di una figura consensuale e non divisiva» come candidato premier di quell’area. Tale figura, ha sottolineato, non potrà essere Jean-Luc Mélenchon.