BASKET – Boston Celtics nella storia, nel nome anche del “rosso” Auerbach

Con la vittoria delle scorse ore contro i Dallas Mavericks, i Boston Celtics hanno scritto un nuovo capitolo nella storia della Nba, la lega di pallacanestro professionistica del Nord America. La squadra di riferimento della comunità irlandese d’America può vantare da oggi la bellezza di 18 titoli nazionali. Un trofeo in più rispetto ai 17 conquistati finora dai Los Angeles Lakers, acerrimi rivali della franchigia bostoniana. Doppia soddisfazione, quindi, in casa Celtics. Ma anche l’occasione per ricordare chi ha messo la firma su ben 16 di questi 18 trionfi ai vertici del basket mondiale: Arnold Jacob Auerbach, detto “Red” per via della fiammante capigliatura rossa e del carattere focoso. Nato nel 1917 a New York in una famiglia ebraica di origine bielorussa, scomparso nel 2006 all’età di 89 anni, Auerbach è considerato uno dei più grandi allenatori sui parquet della Nba. Per alcuni, il più grande in assoluto.
Ha iniziato altrove, dagli oggi dissolti Washington Capitols, passando poi dai Tri-Cities Blackhawks progenitori degli Atlanta Hawks. Ma il suo nome è indissolubilmente legato ai Celtics, da lui condotti alla vittoria in Nba per nove volte da allenatore (la prima fu nel 1957 e poi per otto anni consecutivi tra 1959 e 1966) e sette da dirigente e presidente (1968, 1969, 1974, 1976, 1981, 1984, 1986). Numeri all’apparenza irripetibili e che gli sono valsi numerosi riconoscimenti, tra cui l’inserimento nella graduatoria della “Top 10 Coaches in NBA History”.
Auerbach, tra i nomi più celebri della “National Jewish Sports Hall of Fame”, è ricordato come un tecnico visionario e carismatico. «L’Nba non sarebbe quella che è oggi senza di lui», riconobbe un giorno David Joel Stern (1942-2020), per trent’anni commissario Nba. I Boston Celtics dei primi, leggendari titoli ruotavano attorno al talento dell’afroamericano Bill Russell (1934-2022), poi protagonista anche in panchina. Paladino per i diritti dei neri, Russell fu il primo allenatore afro nella storia dello sport Usa. Fortissimo il legame con Auerbach, che aveva creduto in lui come atleta, come manager e soprattutto come uomo. Tanto da farsi accompagnare proprio da Russell fino al cancello di Auschwitz-Birkenau, in una visita senza telecamere al seguito avvenuta esattamente 60 anni fa.

Adam Smulevich