TRIESTE – Erev Layla, musica per la speranza

Il Festival di musica e cultura ebraica Erev/Layla è ormai un appuntamento fisso dell’estate triestina. Quattro concerti sono in programma anche quest’anno sulla terrazza del Museo ebraico, intorno al tema “Nuove tracce verso Gerusalemme”. Il festival prenderà il via stasera alle 21 con un’esibizione degli Shira Utfila, ensemble multietnico e multiconfessionale fondato nel 2000 «che trae ispirazione dalla diversità e dalla ricchezza delle tradizioni musicali giudeo-spagnola, turco-ottomana, araba e balcanica», come spiega il fondatore e direttore artistico del festival Davide Casali. Il concerto rappresenta l’inizio di una collaborazione con la Comunità ebraica di Belgrado «che amplia l’orizzonte del nostro sguardo», in una fase «in cui vogliamo essere ambasciatori di speranza attraverso la musica, senza nasconderci». Dopo gli Shira Utfila, protagonisti da oltre vent’anni della salvaguardia del patrimonio musicale sefardita, sarà la volta della performance “Le Rose Bianche. Musica e poesia al femminile tra memoria e contemporaneità” (20 giugno), dedicata alle donne artiste nei campi di sterminio. Interpreti e compositrici, alcune di fama, la cui creatività musicale «è stata piegata dal male, o obbligatoriamente messa al servizio dei padroni dei lager». Tra loro Ilse Weber, che ha cantato la tragedia «di essere madre a Terezin», mentre la piccola Aninka, la protagonista dell’operina Brundibar scritta e rappresentata proprio a Terezin, «sogna un mondo senza prepotenze, dove si possa volare lontano». Martedì 25 giugno in scena ci sarà il Duo Elimo, con un concerto per violino e pianoforte in memoria dei compositori italiani che il nazifascismo qualificò come “degenerati”. Autori ancora poco eseguiti, «ma che dovrebbero essere inseriti nei contesti cameristici e nelle sale da concerto in tutto il mondo», sostiene Casali, presidente dell’associazione Musica Libera. Finale il 27 sera, con un concerto dei giovani pianisti della scuola di Pierpaolo Levi.