7 OTTOBRE – Stalinsky: rompere il silenzio sulle violenze di Hamas contro le donne
«Esporre le persone alla verità è l’unico modo per cambiare le cose», sottolinea Anat Stalinsky, regista del documentario Screams Before Silence prodotto dall’ex numero due di Facebook Sheryl Sandberg per raccontare le violenze sessuali inflitte dai terroristi di Hamas ad ottobre. Violenze poi proseguite anche a Gaza, contro ostaggi inermi, donne violentate che hanno avuto la forza e il coraggio di testimoniare. Almeno chi ha fatto ritorno.
Stalinksy, ospite a Roma dell’associazione Setteottobre di Stefano Parisi, è intervenuta alla fine di una proiezione del suo documentario al cinema Farnese. Sala piena e molte emozioni hanno accolto le ricostruzioni dell’orrore da parte di chi l’ha subito in prima persona, nei kibbutz violati fino all’intimità domestica, al Supernova festival dove migliaia di giovani ballavano, dentro la Striscia dove c’è ancora chi attende la liberazione. Sandberg l’ha definito il lavoro più importante della sua vita e nelle scorse ore l’ha presentato alla Casa Bianca alla vicepresidente Usa Kamala Harris.
È lo stesso per Stalinksy: «Realizzando questo film, ho sentito sulle mie spalle un’enorme responsabilità. Il silenzio di tanti gruppi femministi dopo il 7 ottobre è stata un’immensa delusione, per me e per le donne d’Israele. Ma avverto la possibilità di un cambiamento, di una correzione di rotta, e questo film può contribuire. Finora è stato visto da oltre due milioni di persone in tutto il mondo e circa 35 milioni hanno visto perlomeno il trailer. Anche uno spezzone, per quanto parziale, può aiutare il diffondersi di una nuova consapevolezza».
Screams Before Silence entra nel dettaglio delle violenze e degli stupri. Le immagini sono crude ma non ledono la dignità delle vittime o dei loro cari. Sono gli occhi di Sandberg a guardare al posto nostro dai cellulari di chi ha prestato per primo soccorso nelle aree del massacro. «Le donne che hanno parlato l’hanno fatto per aiutare le loro sorelle ancora imprigionate a Gaza», ha spiegato Stalinsky. «È stato molto difficile per ciascuna di loro, ma sono state motivate da uno scopo superiore».
La regista ha annunciato che la produzione «sta lavorando» per provare a portare Screams Before Silence anche in alcuni atenei Usa simbolo della protesta anti-Israele. Ciascuno comunque nel suo piccolo può fare qualcosa per diffondere il messaggio, ha aggiunto la regista, invitando a condividere il documentario – liberamente fruibile su YouTube – con il maggior numero possibile di persone. «Organizzate proiezioni nelle case, parlatene e confrontatevi con i vostri amici. Così forse qualcosa cambierà».
(Nell’immagine: una scena del documentario)