DIFESA – Cade il veto di Macron su Eurosatory, «una vittoria per Israele»

In Francia Eurosatory 2024, l’importante fiera annuale dell’industria delle armi e della difesa, si avvia alla conclusione. Ormai alle aziende israeliane, bandite inizialmente su decisione del governo francese poi riammesse per ordine del tribunale commerciale di Parigi non conviene esporre le proprie tecnologie. Ma per Ron Tomer, presidente dell’Associazione dei produttori israeliani (organizzazione che rappresenta le aziende del settore), la decisione dei giudici di Parigi resta importante. «Questa è una grande vittoria per l’industria israeliana e per ogni israeliano. Abbiamo mostrato a tutte le organizzazioni filo-palestinesi che pensavano di poter danneggiare il nostro paese e la sua industria, che non li lasceremo vincere», ha commentato Tomer, intervistato dall’emittente Kan.
Il divieto per le aziende israeliane era stato chiesto dal ministero della Difesa francese dopo l’attacco israeliano a Rafah. In una nota, il ministero aveva sostenuto come non ci fossero più “le condizioni favorevoli per ricevere le aziende israeliane a Eurosatory”. Così, la società che organizza la manifestazione, la Coges Events, ha dato seguito all’indicazione, impedendo agli israeliani di gestire gli stand in fiera e rimuovendo ogni riferimento a loro dal proprio sito web.
La corte, ha affermato Tomer, «ha invece capito questa decisione era impropria, illegale e costituiva una violazione dei principi di uguaglianza e libertà su cui si basa la democrazia francese». Dall’altro lato il presidente della Confindustria israeliana ha sottolineato come l’incidente getti «un’ombra pesante sulle relazioni tra Israele e Francia». L’industria della difesa israeliana è solida, ma il divieto ha danneggiato la sua immagine, ha commentato Tomer.
«Siamo molto contenti della sentenza perché manda un messaggio a tutti i Paesi che la pensano in questo modo, dicendo che i boicottaggi non sono la strada da seguire», ha dichiarato al New York Times Assaf Roet, presidente e proprietario di Draco Group, un’azienda israeliana che avrebbe dovuto partecipare a Eurosatory. La sua speranza è che il caso francese diventi di esempio, in particolare in Europa.